Sono nata a Tashkent, nell’Uzbekistan, in una famiglia di insegnanti. Durante la guerra vivevo nel villaggio di Dongkurgan vicino a Tashkent, dove sono cresciuta in assoluta solitudine, in mezzo alla natura, senza tutori. A sette anni ho frequentato la prima classe in una scuola usbeca e poi dalla seconda in poi sono passata ad una scuola russa, perché ci eravamo trasferiti in città. In seguito ho frequentato una scuola di medicina e dopo quattro anni, quando ne avevo 21, ho lasciato Tashkent per andare Mosca e sono entrata alla Facoltà di Biologia dell’Università Statale di Mosca. Dopo la laurea ho frequentato una scuola di specializzazione e ho scritto una tesi di dottorato sulla radiobiologia al Dipartimento di Biofisica. La mia tesi era fondata sull’intersezione tra scienze: studiavo le piante che proteggono dalle radiazioni dei raggi radio. All’età di 42 anni ho discusso la mia tesi e ho lavorato alla facoltà di biologia fino alla pensione.
A 51 anni, ho frequentato dei corsi di wushu con le spade e nel nostro gruppo c’era Garab, un uomo della Comunità Dzogchen. Un giorno venne da me e disse “Tamara, sta arrivando Rinpoche e ci sarà un ritiro. Dovresti venire.” Siccome era la prima volta che sentivo le parole “Rinpoche” e “ritiro” e non avevo voglia di studiare, non andai. Ma nel gruppoc’era una ragazza di nome Svetlana, che studiava cinese. Venne di corsa da me e disse: “Mi puoi credere o no, non so cosa sia, è qualcosa che non ti so spiegare e non ti so dire, ma io so proprio che tu dovresti esserci,” e mi diede l’indirizzo.

Tamara a 18 anni
Era il 1992 e Chögyal Namkai Norbu era venuto a Mosca per la prima volta. Quando arrivai là, era l’ultimo giorno del ritiro. Salii al quarto piano, nella palestra; c’erano un sacco di scarpe all’entrata e c’era silenzio. Entrai lentamente e vidi davanti a me il cerchio bianco del campo di pallacanestro. Come mi sedetti nel cerchio, la sala emise una specie di suono a bocca chiusa e mi parve di volare in un canale spaziale. E sto ancora volando.
Dato che era l’ultimo giorno di ritiro, c’era la ganapuja. La mia amica Batagoz del Kazakhstan era al ritiro e venne da me e mi chiese, “Sei musulmana o no?” Io dissi, “Perché?” “Qui ci sono ospiti, c’è bisogno di servirli, alzati.” Mi porsero un sacco con delle noci, mi dissero di non farlo cadere e di distribuirne un pò per volta.
Quando vennero dispiegati i mandala della Danza del Vajra Dance, rimasi completamente sbalordita perché era quello che avevo sognato per tutta la vita. E Rinpoche danzò. C’erano Prima Mai, Annalen Gall, Anya da San Pietroburgo, che avevano già imparato a danzare. Io seguivo Rinpoche attorno al mandala, ripetendo quello che faceva lui.

Rinpoche con i suoi studenti al primo ritiro a Moscow nel 1992
Il ritiro era terminato e Rinpoche stava partendo per il lago Kotokel in Buryatia. Accadde qualcosa di magico: in tutta la storia dell’Università di Mosca io fui l’unica che si prese una vacanza di un giorno e ricevette soldi. Garab mi aiutò a comprare un biglietto.
Arrivai in Buryatia. I miei amici mi avevano procurato una tenda e avevo viaggiato fino a Kotokel con alcuni uomini che mi dettero un passaggio su un camion ribaltabile e mi mostrarono dove andare dopo, una casa di cura militare. Quando arrivai là ero stanca e dovevo ancora montare la tenda. Chiesi dove stava Rinpoche e mi dissero che era al quarto piano. Salii su, vidi un divano nella sala e decisi di riposarmi prima di montare la tenda. Mi addormentai e dormii tutta la notte e finì che rimasi là per tutto il tempo dato che nessuno mi cacciò via.
Durante il mio primo ritiro a Kotokel in Buryatia, ricevetti la trasmissione. Feci anche una gita veloce al lago Baikal dove feci un bagno. Quando Rinpoche partì, rimasi in Buryatia per un pò.
Là vissi con un amico, un architetto, che lavorava in una scuola per ragazzi specialmente dotati e insegnai in alcune loro classi. Pochi anni prima, avevo lavorato in un roseto sul lago Issyk-Kul in Kyrgyzia e là ad occhi chiusi si cercava di indovinare il colore e la forma delle rose usando le mani. Suggerii al mio amico di comprare dei fiori e di tenere una lezione simile per la terza classe in Buryatia. I fiori erano costosi, ma c’era della carta colorata. Andai in classe e dissi ai ragazzi che avremmo lavorato con le mani. Gli dissi di star seduti con la schiena dritta e applicai tutto quello che conoscevo del qigong e quello che avevo ascoltato da Rinpoche. Dissi loro di stare staccati così da non interferire l’uno con l’altro, di raddrizzare la schiena, rilassare i muscoli del collo e sedere diritti per tutto il tempo e muovere i palmi delle mani fino a sentire una sfera di energia tra loro. Poi gli chiesi di mettere la sfera nella loro pancia. Capirono e lo trovarono interessante. Poi individuarono con precisione i colori. Dissero “caldo” per il rosso, “freddo” per il blu e vollero allontanare le mani per il nero. In generale la lezione riuscì bene e altri insegnanti iniziarono a venire a studiare da me. Così passai un mese là e poi tornai a Mosca.

Tamara (a destra) con Rinpoche ed altri studenti in Russia, 1992
Quando tornai, divenni subito coinvolta nella Comunità. Al ritiro con Rinpoche del 1994, i cuochi si rammaricarono di non aver potuto comprare il parmigiano in tempo per l’arrivo di Rinpoche. Io li aiutai e comunque dal 1996 fui sempre nella squadra di servizio, preparando il cibo per Rinpoche durante i suoi ritiri in Russia. Nel 2003 venni in Italia a Merigar per la prima volta con Slava Potapenko, che organizzò il nostro viaggio. Feci karma yoga in cucina e partecipai ai ritiri. Vissi là per tre mesi e da quel momento iniziai a seguire Rinpoche nei suoi viaggi. A quell’epoca ero già in pensione e non avevo problemi a viaggiare. Per un paio d’anni vissi al Gar sull’Isola Margarita in Venezuela, fui nel gruppo di servizio in Romania per molte volte e viaggiai molto seguendo Rinpoche. In pratica fu la mia vita, non ebbi altra vita che quella.
Inoltre dal 1996 abbiamo studiato il Santi Maha Sangha usando le trascrizioni perché non c’era alcun testo stampato a quel tempo. Abbiamo trascritto a mano ogni cosa che Rinpoche ha detto. Io lavoravo come guardiana delle case di campagna e avevo tempo per cantare e praticare tutta la notte. Il mio canto ad alta voce faceva la guardia alle aree dei sobborghi, specialmente d’inverno, quando non c’era nessuno. Feci tutte le pratiche necessarie e poi detti l’esame. Siccome sono molto interessata alla scienza in quanto ricercatrice, non ho avuto bisogno di convincermi di alcunché, l’ho percepito immediatamente come qualcosa di necessario, da investigare, da studiare.
Ho passato l’esame della base, quello del primo livello e ho completato tutte le pratiche del secondo livello. Tuttavia, pochi mesi prima dell’esame sono caduta e mi sono ferita, così mi sentivo insicura. Sono andata dal gakyil e ho detto che avevo fatto tutto, ma che avevo un poò di trepidazione interiore, una sorta di incertezza collegata alla ferita e loro lo riferirono ad Adriano Clemente, che era l’esaminatore. Quando sono entrata per l’esame, Adriano ha preso la sua chitarra e ha iniziato a cantare e io sono volata di nuovo nel canale cosmico. Ho preso la mia domanda; loro l’hanno letta prima in inglese e poi tradotta in russo. Quando l’hanno letta in inglese, io già sapevo la risposta. Adriano mi aveva già introdotto a quella conoscenza. Questa è una delle mie storie collegate al Santi Maha Sangha.

Tamara con Rinpoche, Russia, 1994.
Dopo il quarto livello, divennero più chiare molte delle esperienze che avevo ricevuto facendo le pratiche.
Non avevo dubbi sulla Danza del Vajra fin dal primo giorno. Quando vidi per la prima volta il mandala e Rinpoche che danzava, realizzai che quello era mio, che era ciò che avevo cercato per tutta la vita. A Kotokel in Buryatia, abbiamo danzato su un mandala disegnato sul pavimento col gesso. Ovviamente non avevo pantofole con me e non c’era dove comprarle. Danzai a piedi nudi, studiai e i miei talloni erano coperti di gesso. Da quella volta non ho mai smesso di danzare. Qui a Tenerife danzo ogni giorno. Per me questa è una delle pratiche importanti. Danzo il thun completo della Danza del Vajra, il Khalong e pratico yantra yoga.
Io non divido la vita in vita ordinaria, quotidiana e pratica. La mia vita intera è pratica ed è stato così fin dal primo incontro con Rinpoche. Per me Rinpoche è sempre là. Forse questo è guru yoga.
Immagine in evidenza di Yulia Petrova