Intervista con Ilaria Faccioli

9 novembre 2022, Tenerife, Spagna

The Mirror: Ilaria, sei la direttrice esecutiva del programma di Medicina Tibetana a Tenerife e sei molto attiva nell’ Atiyoga Foundation. Hai anche avuto un ruolo fondamentale nella creazione di un programma pubblico tra Dzamling Gar e l’Ayuntmiento (Municipio) di Adeje. Puoi dirci qualcosa su come è iniziato questo programma?

Ilaria: Il programma è iniziato quasi alla fine della pandemia del COVID-19. E’ stata una decisione comune del Gakyil e di molte persone che sentivano che era un buon momento per ricontattare lo staff del Municipio e il Sindaco, che ha sempre dimostrato un atteggiamento positivo nei confronti di Dzamling Gar ed anche aveva una buona relazione con Rinpoce. Giovanni Boni ed io abbiamo partecipato all’ incontro e il Sindaco ci ha detto che era consapevole di come fossero forti le conseguenze della pandemia. In seguito lui e la signora Maria Rosaria Clavijo , responsabile al Consiglio Comunale del Dipartimento di Cultura, sono venuti a visitare Dzamling Gar e dopo questo incontro abbiamo iniziato a lavorare insieme per sviluppare un programma.

Il primo punto sul quale abbiamo discusso era molto vasto, perché cercavamo di includere molti campi. Ci siamo messi al tavolo e abbiamo deciso come strutturare la proposta e come creare un piano economico. Io facevo da tramite per trattare con il Comune. La nostra proposta è stata presentata ufficialmente dall’ Atiyoga Foundation e dall’associazione di Dzamling Gar . Abbiamo deciso che il partner ufficiale e finanziario fosse l’ Atiyoga Foundation perché ha lo statuto di un’organizzazione non-profit, il che avrebbe reso più semplice l’accettazione della proposta da parte del Municipio.

La proposta era rivolta a quattro aree: due corsi per adulti – Yantra Yoga e khaita – e due corsi per bambini di kumar kumari, uno per bambini di età tra i sei e i nove anni e l’altro per bambini dai 9 ai 12 – 13 anni. Abbiamo scelto quattro istruttori, uno di essi, lo dico con tristezza, era Stoffelina Verdonk (che recentemente ci ha lasciato) che era alla guida del corso di khaita. Per quanto riguarda lo Yantra Yoga per adulti c’era Alessandra Policreti. Io ho fatto Kumar Kumari per gli adolescenti e Lena Kalistova ha fatto Kumar Kumari mari per i bambini più piccoli.

Nella proposta accettata dal Municipio gli istruttori venivano pagati e in modo ragionevole ed è importante menzionare questo punto. E’ vero che abbiamo fatto delle cose belle, ma sempre come karma yoga. Dopo molti anni è anche bello dare un riconoscimento alle persone per il loro impegno e la loro la dedizione . Questa è stata la prima volta che abbiamo fatto qualcosa per il Municipio e siamo stati remunerati.

Per me l’aspetto più importante di questa proposta è stato anche che era offerta gratuitamente al pubblico. La nostra istituzione è stata pagata, ma l’offerta era gratuita per la gente locale di Adeje.

M: C’era un limite al numero dei partecipanti?

I: Dobbiamo ricordare che stiamo parlando ancora dei tempi del Covid, quindi c’era un numero limite di 12 persone. E soprattutto all’inizio, dovevamo seguire le regole che il Municipio ci aveva imposto. All’inizio c’erano molte persone che avevano deciso di registrarsi per lo Yantra Yoga per adulti e per il khaita per adulti, anche se poi, durante le sessioni, questo numero gradatamente è diminuito.

Alla fine avevamo Lena Kalistova che insegnava khaita e Alessandra Policreti che insegnava Yantra Yoga. Proprio alla fine, durante uno dei grandi eventi di Yoga tenuto a Dzamling Gar la scorsa estate, nella sessione di chiusura, c’è stata una sessione di Yantra Yoga con Alessandra e i suoi studenti di Adeje, che hanno ricevuto un certificato di partecipazione.

Poi è venuto fuori che il progetto ‘Mentalizate’ sponsorizzato dal Sindaco, che era il programma per il quale avevamo ricevuto il fondo, era giunto al termine del suo anno. Per l’anno successivo abbiamo scoperto che non potevamo mettere lo yoga e la danza in un nuovo programma, perché sono considerati sport e non si sarebbero più potuti inserire nel criterio ‘Mentalizate’. Dovevamo trovare un altro modo per poter continuare.

Quindi siamo tornati sia con Maria del Rosario Clavijo Maza e con Maciel Delgado e abbiamo iniziato a pensare a come si sarebbe potuto continuare . Si è presa la decisione di lavorare principalmente con i bambini e le famiglie. Innanzitutto, i corsi per i bambini avevano più successo in quanto erano partecipanti veramente costanti.

Le madri dei bambini, in entrambi i gruppi, hanno avuto un ruolo molto attivo, facendo domanda sulle pagine pubbliche del Municipio che entrambi i corsi Kumar Kumari potessero continuare. E questo è stato un buon segno, dato che questi corsi si proponevano di essere un servizio per la popolazione e la popolazione ha interagito con il servizio e ha dato un feedback. Quindi le madri hanno iniziato a postare sui social media del Municipio i loro feedback e la loro richiesta e questo è stato di impatto.

M: Pensi che abbiano visto dei benefici derivanti dai corsi per i bambini?

I: Sicuramente. Dato che la mia vera professione è counselor di terapia familiare, mi sono offerta di tenere un paio di confenze aperte ai genitori. Anche Lena e Nataly hanno tenuto un paio di eventi, includendo Kumar Kumari per la famiglia e hanno invitato i genitori. I genitori erano parecchio coinvolti in tutto questo processo e i feedback sono stati notevoli. Erano veramente coinvolti in questi eventi rivolti sia ai bambini che ai genitori.

Alla fine abbiamo ripetuto il corso e avevo tutti i bambini dell’anno prima e in più altri 5 o sei. Lena aveva un gruppo anche più numeroso, quindi ho pensato che i bambini fossero contenti, perché puoi costringere un bambino per un mese, magari anche per un anno, ma non puoi forzarlo per due anni di fila.

Alla fine dello scorso anno, entrambe abbiamo fatto una dimostrazione, perché volevamo che i genitori venissero e vedessero il thun completo di kumar kumari. Alla fine della dimostrazione, ho chiesto ai genitori di unirsi nel cerchio e di ascoltare quello che i bambini avevano da dire riguardo la lezione. La maggioranza dei bambini diceva: mi sento molto più rilassato. I genitori scherzavano riguardo la reazione fisica dei bambini, perché molti di loro sbadigliavano e io ho spiegato che questo accade perché il diaframma si sta sciogliendo e rilassando. I bambini dicevano: ogni volta che vengo a questa lezione, mamma, mi viene da sbadigliare e mi viene sonno. Si spiegavano a loro modo, ma ognuno di loro poteva vedere questo effetto molto chiaramente.

Penso che la combinazione dei fatti ha fatto sì che i genitori cominciassero a interagire con i social media del Municipio. Ho ricevuto una telefonata dal Municipio nella quale mi dicevano che non volevano che il programma si interrompesse, e che avrebbero cercato di trovare un modo perché potesse continuare. Dovevamo trovare una formula perché il Municipio diceva chiaramente che non potevano promuovere la cosa semplicemente come yoga, perché lo yoga era considerato uno sport. Dicevano che si poteva inserire il programma in un contesto di partecipazione da parte dei cittadini in attività per la famiglia, perché c’era questo spazio molto bello chiamato ‘Scuola di convivenza e partecipazione cittadina’.

Alla fine abbiamo parlato con Ester ed è uscita questa idea di continuare a fare Kumar Kumari, ma in un contesto dove la famiglia fosse più coinvolta. Il risultato finale è stato un progetto ancora per bambini, dai sei ai 9 anni e dai 10 ai 14, ma lo schema era che ogni mese facevamo tre incontri con i bambini e una volta al mese c’era qualcosa nella quale le famiglie erano coinvolte. Lena fa tre kumar kumari e un khaita con i bambini e la famiglia, mentre io faccio tre kumar kumari, più consapevolezza, mentre il quarto incontro consiste in una conferenza solo per genitori di ragazzi in età preadolescenziale che è veramente diventato un tipo di terapia o meglio, una sessione di supporto di gruppo.

M: Puoi dare qualche consiglio ad altre persone della Comunità Dzogchen che vogliono instaurare qualche programma pubblico?

I: Penso che sia molto importante ringraziare Rinpoce soprattutto a Dzamling Gar, perché il primo contatto con il Sindaco è stato da parte Sua. Ogni volta che iniziamo un incontro, il Sindaco ci chiede sempre di Rimpoce. Quindi io penso che stiamo raccogliendo questi frutti grazie a Rinpoche.

Anche Merigar sta facendo delle cose molto belle con le scuole, grazie ai progetti di ASIA, quindi forse è vero che questo è più facile nei posti dove la Comunità si è stabilita e in qualche modo dove esiste già una relazione con Rimpoce.

La costanza è qualcosa di importante e dobbiamo essere sicuri di essere in un luogo dove si può dedicare una certa quantità di tempo, perché c’è un anno nel quale si può piantare un seme, nel secondo anno si annaffia il seme e poi alla fine, nel terzo anno, si raccolgono i frutti di quel seme.

E poi rivolgersi al luogo, perché se sei veramente radicato in un posto è molto più facile andare nella scuola che conosci, nel villaggio o nel posto che conosci. Io penso che ci sia un aspetto umano in questo che è importante. Naturalmente se conosci qualcuno che conosce i posti è ancora meglio, a volte si possono usare dei contatti. Noi abbiamo usato il contatto di Rimpoce.

Comunque, per quanto riguarda l’accesso a fondi europei o a supporti, qui è dove la Comunità deve crescere. E qui è dove ASIA può insegnarci come fare, perché è l’unica associazione della Comunità che è stata in grado di fare ciò e qui è dove ci manca l’esperienza.

Poi c’è la parte nella quale si mette giù un progetto e ci sono delle regole specifiche su come si fa. Deve essere semplice e molto concreto: quello che si vuole fare, che tipo di benefici si pensa si possano ottenere, che cosa può accadere, quando può accadere, e poi un budget di base.

Ma anche quello che vorrei dire è che non accade mai la prima volta. Quanto c’è voluto a Dzamling Gar ? Ci sono voluti 10 anni, per cui non dobbiamo rimanere delusi o scoraggiati se al primo colpo non si riesce.

La cosa buona è che dobbiamo cominciare da zero, ed è sempre bene usare il principio della generosità. Che è quello che ha fatto Rinpoce. Ha dato così tanto alla comunità locale di qui : settimane dedicate alla cultura tibetana, molti spettacoli di khaita, eccetera. Se agiamo con il cuore aperto, in qualche modo ci verrà restituito. Ma la pazienza è la più grande virtù di tutte e anche la costanza. Fabio Andrico ha detto molte volte che quando inizi a dare lezioni di yoga, tu sei presente, tu dai lezioni di yoga. Non puoi aspettarti di dare lezioni di yoga per un solo mese e basta, perché questo non darà mai frutti.

M: Quindi costanza, dedizione, ed essere presenti.

I: Sì. Se vogliamo prendere un impegno, è meglio prima osservare se stessi. A volte si tratta solo della condizione. Se ci sono le condizioni giuste, va bene. Questa è una qualità molto importante. Il segreto è la collaborazione e questo è l’altro grande dono che Rimpoce ha lasciato a tutti noi, soprattutto a Dzamling Gar. Queste cose possono accadere con più facilità, se c’è un gruppo e tutti noi impariamo a lavorare assieme. L’esperienza in questo caso è stata che abbiamo tutti lavorato assieme per un beneficio che non era il nostro, e questo ha mantenuto il gruppo assieme. Era collaborazione in un piccolo gruppo, il che sinceramente è più facile, ma era anche collaborazione con due grosse istituzioni della Comunità.

E questo secondo me è il segreto per il futuro. Se vogliamo veramente uscire fuori e impegnarci nell’eredità che Rimpoce ci ha lasciato, qualcosa che può portare beneficio a tutti gli esseri, al di là del fatto che siano o meno interessati all’Insegnamento, la collaborazione è la chiave. Non ho dubbi su questo.

M: Molte grazie Ilaria. Traduzione italiana di Gloria Ramita Cugurra

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