Resoconto di Cheh Goh sul recente pellegrinaggio a Maratika in Nepal organizzato da Shang Shung UK e dal MACO Museum.

Prologo

Nel settembre del 2024 ho incontrato Jacobella Gaetani in Italia al funerale di Nina Robinson. Nel 2002 Chögyal Namkhai Norbu aveva chiesto a Nina di guidare i ritiri di Mandarava e lei l’ha fatto in tutto il mondo, diventando l’incarnazione della pratica e dello spirito di Mandarava. In quell’occasione, Jacobella mi ha parlato del prossimo viaggio a Maratika, in occasione di Losar. L’idea mi è andata immediatamente a genio.

Benedizioni in luoghi sacri

Ricordo che a Kathmandu, nel 1992, in un ritiro della Dzogchen Community, una volta Chögyal Namkhai Norbu disse. Parafrasando: “ Il Nepal ha molti posti sacri e Kathmandu è un potente luogo sacro. Dovremmo ricordare che la scomodità, l’inquinamento e le difficoltà che comportano la permanenza in questo luogo, confrontate con la nostra vita ordinaria, sono veramente insignificanti in proporzione al beneficio di trovarci in questo luogo.”
Questo è stato assolutamente vero anche in questo viaggio, non soltanto dal punto di vista fisico, dato che abbiamo incontrato diversi maestri e abbiamo ricevuto benedizioni.

A Kathmandu, grazie alla relazione che abbiamo da tanto tempo con il monastero bon Triten Norbutse, siamo andati a visitare Khenpo Tenpa Yungdrung, assistendo alla loro ‘danza spirituale di purificazione’ il giorno prima di Losar. Il primo giorno di Losar, la nostra super guida per il collegamento in rete, Jamyang Oliphant, ci ha portato al monastero Shechen a visitare Adzam Gyalse, che è considerato la reincarnazione di uno dei figli di Adzom Drugpa. Il monastero Shechen ha il ‘Kudung’ di Dilgo Kyentse, una visita considerata molto auspiciosa dal punto di vista spirituale.

Özal Dorje con Cheh Goh.

A Maratika siamo riusciti a incontrare Özal Dorje, un lama il cui lignaggio si rifà al Rigzin Changchub Dorje. Suo padre era un tertön – uno scopritore di tesori- e, come Chögyal Namkhai Norbu, anche discepolo di Changchub Dorje. Lui vive a circa cinque minuti dalla nostra Padma Guest House e siamo stati accolti molto caldamente da lui che, dopo le presentazioni con una bianca sciarpa kadag, gentilmente ci ha offerto degli snack e ha parlato a lungo. E’stato anche disponibile, su nostra richiesta, a darci alcuni insegnamenti e ci ha dato la trasmissione orale di un terma (un insegnamento scoperto) del nostro ‘grande guru’ in comune Changchub Dorje. Alla fine abbiamo concluso con una foto di gruppo , oltre a 50 foto individuali con lui, perché assomiglia molto a Chögyal Namkhai Norbu, e questo ha fatto sì che molte persone versassero lacrime.

L’ultimo giorno prima del ritorno da Maratika a Kathmandu, abbiamo concluso la nostra pratica nella grotta inferiore dell’ Heruka, e abbiamo visto molte persone ai lati della strada che porta al monastero dove abbiamo aperto il Mandala della danza per fare la Danza del Vajra il giorno prima. Poco dopo abbiamo sentito un elicottero che arrivava nelle vicinanze con lo ‘Yangsi’, la reincarnazione di Trulshik Rinpoche. Sono riuscito a cogliere uno scorcio del ragazzino di nove anni sotto qualcosa che era un parasole inefficiente, circondato insistentemente da tanta gente. Il gruppo si è spostato velocemente per entrare nel monastero; poi più tardi nel pomeriggio siamo stati informati che potevamo andare al monastero per ricevere benedizioni. E’ una routine offrire kadag, fare un’offerta di denaro, ricevere il kadag di ritorno e la parata del commiato. Forse sono così radicato nella convinzione che ‘la benedizione non è abbastanza; voglio qualche insegnamento’, che ho trovato sfortunatamente che il ragazzino, giovane reincarnazione, stesse veramente lavorando duro per suonare la campanella e battere il damaru, mentre guidava 10,15 monaci in un qualche rituale. Non avevo nemmeno ricevuto la kadag al collo dal ragazzo stesso, mi è stata restituita da un suo assistente assieme a un cordino rosso di consolazione. Tutto questo è stranamente senza significato, come un’ illusione.

Le grotte

Visitare Maratika significa per me andare alla grotta di Mandarava. La mia ignoranza è stata evidente quando siamo arrivati a Maratika perché ci sono molte grotte in quell’area. Non solo la grotta superiore dell’ Heruka e la grotta Inferiore dell’Heruka, ci sono anche la grotta segreta di Mandarava, la grotta di Garuda, la grotta dei Naga, la grotta di Tara, la grotta di Manjushree… Si è venuto a sapere che Guru Rinpoche è stato in così tanti posti durante i suoi ritiri. Dovunque siano stati lui o Mandarava, il luogo è diventato un posto di potere e un importante luogo sacro.

Il problema è che Guru Rinpoche – da quanto ho capito- poteva volare o apparire spontaneamente in una grotta (penso) senza dovere arrampicarsi per le centinaia di scalini che ci sono sulle colline. Mentre noi, poveri mortali, dobbiamo purificarci con le ginocchia che addolorano durante le salite e le discese – la grotta segreta di Mandarava per esempio- per poter visitare qualsiasi sacro buco che c’è nella montagna. Una volta arrivato, sentivo che era valsa la pena di avere dolore alle ginocchia o i piedi gonfi , nonostante tutto. Dopo tutto, il pellegrinaggio non è un viaggio di purificazione finché abbiamo ancora un po’ di forze, nonostante la maggioranza di noi fosse in pensione?

Le grotte più interessanti probabilmente sono state la grotta segreta di Mandarava e la grotta dei Naga. Entrambe hanno passaggi molto stretti per accedere alla grotta, per arrivare alla parte interna che si apre.

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Sulla strada per la Grotta Segreta di Mandarava.

Nella grotta segreta di Mandarava ci siamo messi scalzi così da poter affrontare il passaggio apparentemente impossibile, spingendo il nostro corpo attraverso la roccia per arrivare ad uno spazio abbastanza grande da contenere cinque persone. La nostra meravigliosa guida Ming è riuscito a incoraggiarci e rassicurarci, in modo che noi potessimo entrare ed uscire da quello spazio come lucertole

La grotta dei Naga è una sfida ancora maggiore, dove letteralmente ci si ritrova la roccia a pochi centimetri dietro la schiena e sopra la testa mentre si striscia, con il mento piegato, tra queste fessure. Prima di affrontare questa sfida, siamo passati attraverso una stanza rocciosa con molte figure di serpente sulle pareti e sul soffitto, mostrando chiaramente il motivo per cui è chiamata grotta dei Naga, dove si dice che Guru Rinpoche abbia sottomesso i Naga e li abbia resi guardiani degli insegnamenti. Dopo essere passati attraverso le fessure della roccia, siamo arrivati ad un ampio spazio dove c’è una statua di Mandarava. Lo spazio era abbastanza capiente da contenere sei persone, per poterci riposare un po’ e cantare il mantra di Mandarava. Non siamo rimasti lì a lungo, poiché l’aria non circolava e volevamo uscire prima che ci fossero manifestazioni di assenza di ossigeno in qualcuno di noi!

Queste grotte erano illuminate dato che il custode aveva messo dei cavi elettrici e delle lampadine per far sì che i visitatori potessero vedere la parte interna di quello spazio ristretto. Questi custodi hanno veramente grandi meriti!

La grotta della pratica

Sopra ogni cosa, non vedevo l’ora di visitare quella che è chiamata ‘la grotta della pratica’, dove Rinpoche ha insegnato e ha fatto la pratica di Amitayus nel 1984. Si chiama la grotta inferiore dell’Heruka di Maratika. L’ampiezza è straordinaria. Il punto dove Rinpoche aveva scelto di sedersi 41 anni fa mantiene tuttora una forte presenza e, sentendola, ci siamo seduti attorno a quel punto per fare la nostra pratica. Il nostro gruppo di circa 40 persone poteva disporsi attorno comodamente, mentre altri visitatori visitavano il posto o facevano dei canti e le loro guide davano spiegazioni riguardo i simboli impressi sulla roccia

Un posto come Maratika è considerato un luogo sacro, con un potere speciale di benedire i visitatori. Chiaramente la miglior benedizione per la gente della nostra comunità Dzog Chen sarebbe quella di contribuire a migliorare la pratica del Guru Yoga. E sicuramente, fare un Tun completo di Mandarava con grande chiarezza è molto più facile che nelle città dove la maggior parte di noi vive. Nonostante tutto quello che bruciava, come le lampade al burro o l’incenso di varietà indiana e altre cose che non riuscivo a riconoscere che causavano un certo livello di inquinamento all’interno della grotta, con conseguente mal di gola per molti di noi, ho avuto la sensazione che c’è del vero in quello che un Lama ha detto: ‘fare la pratica nella grotta per sette giorni equivale a fare la pratica per sette anni in un posto qualsiasi’.

Un’altra cosa considerevole della pratica nella grotta, per me è stata la danza del Vajra delle 12 A che facevamo dopo la pratica di Mandarava a metà mattina. E’ stata assolutamente incredibile. Più tardi, durante il nostro viaggio, Kyu, la nostra insegnante di danza del Vajra, è riuscita a sistemare il suo mandala e abbiamo fatto delle lunghe danze. Tutti i danzatori della Danza del Vjra sarebbero di certo deliziati a sperimentare la danza nella grotta inferiore dell’Heruka.

Danza sul mandala nel monastero di Maratika.

Ai bordi di questo spazio ampio, diversi lama tibetani facevano lunghe puja. Erano sempre lì prima che noi arrivassimo al mattino alle sette e quando noi ce ne andavamo dopo la nostra terza sessione del pomeriggio alle cinque. C’erano anche molti devoti occasionali hindi e newari , sia di interi autobus o in piccoli gruppi, alcuni dei quali cantavano in coro, altri mormoravano preghiere e molti offrivano incensi e ascoltavano le loro guide che davano spiegazioni sulla grotta.

Nel giorno di Guru Rinpoche alcuni Lama hanno messo delle decorazioni considerevoli e dei Thangka di fronte ai quali gruppi di 25 persone circa vestite allo stesso modo svolgevano Puja elaborate. Mi è stato detto che era un gruppo di praticanti della tradizione tantrica Newari , che è mantenuta molto segreta. Senza far parte della tradizione, non si sarebbe potuto capire abbastanza di quello che stavano facendo.

Manifestazioni nella grotta

Le pareti di tutte le grotte erano piene di immagini, manifestazioni, forme o tracce di ogni sorta. Le più comuni erano impronte delle mani, delle ginocchia, della corona del capo, e impronte dei piedi di Guru Rinpoche. Sembrava che le manifestazioni cambiassero di misura, perché ai miei occhi inesperti, alcune erano più grandi di altre, e le presunte impronte impresse nella roccia decisamente non avevano le stesse misure. Allo stesso modo, c’erano statue che sembravano essere di Mandarava e formazioni nella roccia in molti luoghi, e di varie misure.

La misura di Guru Rinpoche o di Mandarava o delle impronte delle loro mani non era per me un argomento pressante, perché in molti casi, quando la nostra guida le illuminava con un po’ di luce per dirci che sulla parete c’era qualche simbolo o qualche impronta o qualcos’altro, io semplicemente non riuscivo a distinguerla. Era chiaro che la mia assenza di immaginazione visiva e una terribile insensibilità alle vibrazioni e al potere delle pareti sacre, si ergevano nude di fronte a me .

In segreto ho fatto una preghiera in generale che tutti gli altri potessero vedere e godere della Tara autogenerata o del Garuda o del Ganesh e di tutto quello che la guida ci raccontava che esisteva.

La pratica

L’insegnante del Santi Maha Sangha Oliver Leick dà istruzioni di meditazione al nostro gruppo.

Il principale scopo del nostro pellegrinaggio era di fare la pratica nel luogo sacro. Quindi avevamo un programma intensivo di tre sessioni della pratica di Mandarava ogni giorno: una versione breve alle sette del mattino, una versione lunga alle 10 e un’altra alle 3:30 del pomeriggio. Poi c’era il suggerimento di fare Sogtig all’ aperto sul tetto del nostro hotel e vedere il sole che sorge alle 6,01. Quindi negli ultimi tre giorni della nostra permanenza si è aggiunta un’ulteriore quarta pratica. C’erano almeno quattro persone abbastanza fanatiche da apparire ogni giorno alle 5:30 del mattino!

Sfortunatamente il tempo non ha sostenuto gli sforzi dei praticanti del mattino presto. Avevamo lo spazio, ma non il cielo blu chiaro, solo nebbia e nuvole e un misto di nebbia e nuvole.

Appendendo le bandiere Lungta nell’ambito del progetto Shang Shung UK vicino alla grotta Mandarava.

Scalini

48, 312, 90, 90, 222.

No, non sono numeri magici che sono apparsi nella mia visione dopo nove giorni di pratica.

Per rispettare lo stile buddista della pratica nella grotta, dobbiamo salire in senso orario 48 scalini dallo slargo fuori della grotta superiore dell’Heruka, prima di procedere in senso orario in discesa per 312 scalini fino ad arrivare all’entrata della grotta inferiore dell’Heruka. Poi dovevamo salire per altri 90 scalini fino ad arrivare all’ ampia zona dove facevamo le nostre tre sessioni giornaliere di pratica.

Poi, dopo avere svolto la pratica, dovevamo tornare scendendo 90 scalini per arrivare all’entrata della grotta, e risalire per 222 scalini per arrivare al punto di inizio. Durante il percorso , il primo giorno del nostro ritiro di pratica, siamo riusciti a vedere le cime dell’Himalaya innevate di fronte a noi. È stata veramente una visione mozzafiato. Dopodiché il tempo è diventato nuvoloso e non abbiamo più avuto la possibilità di rivedere queste belle montagne.

Per coloro che avevano difficoltà a camminare, una Jeep li portava in un campo a circa 30 passi dall’entrata della grotta e l’autista gentilmente portava su le loro seggioline pieghevoli e le loro borse e poi giù per i 90 scalini della grotta. L’autista è stato molto disponibile.

Quando siamo tornati a Kathmandu ho deciso di non visitare Pharping, temendo che un ulteriore salita e discesa degli scalini di templi importanti e di grotte potesse alla fine distruggere le mie ginocchia e rovinare quella che era stata fino ad allora una esperienza meravigliosa. Quindi non ho il numero degli scalini di Pharping!

Cibo e bevande

Ad ogni modo, il cibo che abbiamo avuto alla Padma Guesthouse, la nostra casa per 10 giorni, ha guadagnato un encomio universale. Sì, la thukpa, la zuppa di fagioli, i chapati, i piatti a base di patate erano eccellenti. Tuttavia, dopo otto giorni dello stesso cibo per tre pasti al giorno, gli italiani hanno deciso che lo staff della cucina potesse prendersi un po’ di tempo libero. Gli italiani avrebbero cucinato pasta!

Risultato? Due pentoloni di spaghetti. Sì, senza parmigiano, senza pepe nero, senza pane in tavola e senza vino rosso. Ma Maurizio ha avuto l’applauso generale quando i pellegrini affamati hanno mangiato la pasta cucinata a modo italiano. Ha conquistato il cuore di tutti.

L’ultima sera prima del nostro ritorno a Kathmandu, finalmente abbiamo potuto avere del whisky nella grande cucina della guest house. Ci siamo rilassati, gustando del delizioso formaggio Greco con tre bottiglie di whisky che si sono svuotate a una velocità incredibile. C’era presenza e consapevolezza durante la nostra breve sessione alcolica. Bravi!

Arrivo e partenza

I nostri eccellenti organizzatori hanno brillato nell’ attenzione ai dettagli, prendendosi cura di tutti i partecipanti durante tutti gli arrivi e le partenze da Kathmandu.

Ho incontrato al mio arrivo il 25 sera il pick-up all’aeroporto di Kathmandu e senza nessun problema sono arrivato alla Guesthouse che è a sette minuti a piedi dallo stupa di Boudhnath. Anche la partenza 15 giorni dopo è stata programmata in modo altrettanto perfetto. Con la stessa modalità meticolosa, siamo stati organizzati in diverse Jeep e abbiamo viaggiato senza un singhiozzo tra Kathmandu e Maratika, senza che nessun bagaglio andasse perso. Questa organizzazione liscia è stata percepita allo stesso modo dagli altri partecipanti del gruppo.

Bellezza naturale e talento artistico si fondono perfettamente nelle strade di Kathmandu.

Il tempo a Kathamndu prima del viaggio verso Maratika è stato scandito da visite a vari edifici storici, templi e stupa. Le visite hanno incluso la Durbar Square di Bhaktapur, la Durbar Square di Patan, la Durbar Square di Kathmandu, il tempio dei 1000 Buddha , il tempio di Bijeshwori, lo stupa di Swayambhunath , il monastero Triten Norbutse , il monastero Shechen e lo shopping paradisiaco a Thamel!

Epilogo

Non amo i viaggi organizzati. Questo viaggio è stata una rara eccezione, un’eccezione bella e felice. Le cose sono andate in modo liscio. Non ho mai sperimentato intoppi o fastidi. Tutti i praticanti erano amichevoli, consapevoli e collaboravano. Fare l’esperienza di un pellegrinaggio con un ritiro in un’atmosfera così grandiosa per 11 giorni, vuol dire sperimentare il miracolo dell’ applicazione con successo dell’insegnamento di Rinpoche: essere presenti e lavorare con le circostanze.

Se ci sarà un altro viaggio organizzato a Maratika il prossimo anno, considererò seriamente di andare ancora! Traduzione italiana di Gloria Ramita Cugurra