khaita danze gioiose milano

Ci avviciniamo alle Gioiose Danza Khaita per approfondire una tematica trasversale alle culture e alle tradizioni: la danza come forma di terapia, per dare ben-essere alla persona; la danza come meditazione/preghiera.
Due filoni uno medico scientifico, che vede il movimento/danza come approccio non convenzionale per il ben essere e la cura della persona; uno spirituale che si rifà a insegnamenti profondi.

Khaita è una parola tibetana che significa ‘Armonia nello Spazio’. KHA = spazio/cielo TA = armonia/melodia

Le Danze Khaita nascono dagli insegnamenti del Maestro Chögyal Namkhai Norbu, uno dei massimi rappresentanti contemporanei della cultura tibetana, maestro della tradizione Dzogchen. Le coreografie nascono da canzoni che, come sottolinea il Maestro stesso: ”(…)… queste canzoni, stanno realmente comunicando qualcosa. Questo è molto importante. Non scendono in strada a
manifestare, ma cantano una melodia. E anche alla gente piace cantare: ascoltano, cantano, riflettono un po’, e piano piano ricevono un’educazione. È molto potente!”
(pag. 15 Chögyal Namkhai Norbu, Message from Tibet through songs and dances, Ed. Shang Shung Pubblications,
2017).

Le danze sono rielaborate o coreografate dai danzatori secondo le indicazioni del maestro e i movimenti e le Mudra assumono molteplici significati. Da un lato quindi in queste danze vi è il sostegno a una cultura con preziosi insegnamenti spirituali, il canto con le sue molteplici funzioni, il significato delle parole… E poi nella danza si aggiungono la gestualità o Mudra.

Con queste danze si vuole quindi sostenere un profondo patrimonio culturale e spirituale ma non solo: il canto con le sue molteplici funzioni e la consapevolezza della gestualità nella danza ci portano ad una presenza rilassata. La danza è patrimonio universale, tutti accomuna e questo tipo
di danza con i suoi passi, gesti, con lo stile musicale “crea nel partecipante che sia disposto a lasciarsi andare, una sensazione di rilassatezza”, come sottolinea Adriana Dal Borgo, forse la migliore e più esperta conduttrice di Danze Khaita del mondo occidentale.

khaita danze gioiose milano

Il danzatore “non deve seguire la mente” o cercare di comprendere in modo razionale passi e gesti, ma entrare nell’esperienza. Il ripetere passi, gesti, come accade per molte pratiche della tradizione orientale, permette all’allievo di apprendere dall’esperienza stessa e di fare diventare suo il passo, il gesto, la danza.

Per la mentalità, la tradizione occidentale questo inizialmente è molto complesso: si vuole capire, osservare, imparare. Ma chi approccia questo tipo di danza con questa modalità è destinato a fallire nel suo intento e ad annoiarsi.
Riuscire a “non essere condizionati dalla mente” dà la possibilità al partecipante di entrare nella dimensione più meditativa di queste coreografie riuscendo a vivere l’esperienza con più piacere, perché si è presenti a ciò che si sta facendo: danzando. La danza allora assume il suo valore meditativo, terapeutico, di ben-essere. Si potrà in seguito approfondire l’esperienza per comprendere il significato della danza, del testo e studiarne i passi.

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Sono state coreografate circa 180 danze a partire circa dal 2011.
Nel 2011 e nel 2016 le Danze Gioiose Khaita hanno ottenuto un riconoscimento dall’organizzazione internazionale CID/UNESCO.

L’Associazione Culturale Comunità Dzogchen è un’associazione senza fini di lucro che raccoglie le persone interessate a seguire ed applicare gli insegnamenti del Prof. Chögyal Namkhai Norbu; è un ambito di condivisione e scambio per le persone che percorrono lo stesso sentiero verso la
conoscenza. L’Associazione ha un centro a Merigar in Toscana e molte affiliate in Italia e in tutto il mondo.
Khaita Joyful Dances a Lo Spazio

Articolo a cura di Adriana Dal Borgo¹ e Elena Fossati²