L’8 dicembre 2017 a Dzamling Gar, Mark Farrington, studente di Chögyal Namkhai Norbu, gli offrì in dono un ritratto del suo guru radice, Changchub Dorje. Mark aveva commissionato questo ritratto al maestro di Mahamudra Drugu Choegyal, un artista famoso di grande talento, autore inoltre del pannello Dei Maestri Primordiali sito nel Tempio della Grande Contemplazione a Merigar. Quando Mark chiese cosa il nostro Maestro avrebbe gradito maggiormente veder ritratto, Drugu Choegyal rispose immediatamente “un ritratto del suo Maestro”. Come concordato con gioia da Mark, Drugu Choegyal creò questa potente immagine di Changchub Dorje che fu data da Mark a Rinpoche per onorare il suo ottantesimo compleanno secondo il calendario tibetano, parte integrante dei festeggiamenti che celebravano i suoi quarant’anni di insegnamento Dzogchen.
Come preparazione alla ideazione del ritratto, Drugu Choegyal volle incontrare due anziani togden che erano stati studenti di Changchub Dorje e che ne raccontarono le straordinarie qualità e gli eventi miracolosi che si verificarono nella sua vita. Parte di questa storia, composta in scrittura umed dall’artista, appare come sfondo del dipinto ed è stata tradotta da traduttori della Comunità Dzogchen, prima dal tibetano all’italiano da Giorgio Dallorto con occasionali suggerimenti di Elio Guarisco e dall’italiano all’inglese da Nancy Simmons e Nicholas Simmons. Siamo così felici di pubblicare questo dipinto e il racconto ad esso associato.
Il ritratto di Changchub Dorje presentato nelle parole seguenti si basa sulla testimonianza orale di due yogin di Khampa Gar, gli attendibili Togden Amtin e Togden A Chös che, dopo aver incontrato il Maestro e ricevuto i suoi insegnamenti di Dharma, avevano stabilito una connessione samaya con lui. Nutriamo assoluta fiducia in ciò che hanno testimoniato.
La gente lo chiamava Nyagla, il Lama di Nyagrong. Era anche conosciuto come Nyagla Changchub Dorje o Ratri Lama, il Lama che seguono le capre. Era un lama in cui fiducia e fede erano riposte nell’intera regione del Kham. Sebbene possedesse alti livelli di realizzazione, non si dava arie né si comportava in modo mite. Era maestoso e risoluto e ci si rendeva conto che non si trattava di un uomo ordinario. Non era né orgoglioso né supponente, non era di parte e non manifestava né attaccamento né avversione. Egli praticava continuamente applicando il principio di anteporre il Dharma a qualsiasi cosa. Possedeva grande fede nel suo Guru e nutriva immensa devozione nel suo Lama considerandolo come un vero Buddha.
A chi lo conobbe il Maestro appariva come una persona con una fitta massa di capelli arruffati con indosso un coprispalle in pelle d’agnello tipico dei Khampa laici con la lana all’interno e la pelle all’esterno. L’indumento tipico dei nomadi Khampa era fatto di stoffa comune senza bordura tinta di rosso chiamato tsakbub. Dal momento che i Khampa hanno familiarità con l’insegnamento e i praticanti buddhisti, sono perfettamente in grado di riconoscere come dovrebbe essere e chi è un vero Lama. Non danno importanza alla posizione elevata del trono, al livello straordinario di erudizione, all’eloquenza della parola, all’intelligenza della mente, alla prontezza del cervello, all’acclamazione e magnificenza.
Al giorno d’oggi la gente crede che un vero lama debba avere il titolo di Rinpoche. I Khampa non la pensano così. Un lama di cui ci si può fidare deve avere un carattere stabile, essere bonario, sincero, non fare brutti scherzi, non darsi la minima importanza ma al contempo avere piena fiducia in sé stesso. Oggi le persone a volte si aspettano che un insegnante in quanto praticante del Dharma dovrebbe rendersi poco appariscente, ma non è certo che sia una buona cosa. In ogni caso, un insegnante Vajrayana deve detenere la trasmissione del lignaggio, dimostrare compassione, non essere né ingannevole né ipocrita, avere una lealtà duratura nel tempo e possedere una profonda conoscenza. Benevolente, senza nessun risentimento, si comporta correttamente e pratica gli insegnamenti del Buddha in modo perfetto. Non dimostra mai il benché minimo orgoglio.
I khampa ripongono la loro fede in lama che sono praticanti impeccabili a prescindere che siano monaci, yogin sposati, grandi eruditi, capofamiglia madri o padri, giovani o anziani. Piacevole da osservare e buon ascoltatore, qualsiasi cosa dica tale lama è veritiero e qualsiasi cosa faccia è sempre in conformità con il Dharma. Il punto principale nemmeno minuscola come una setola di mucca, a differenza di coloro che si vantano pensando “Io sono uno yogin, sono realizzato, sono un meditatore di altissimo livello.”
Nyarong Lama Changchub Dorje di solito teneva una ruota di preghiera con tre nastri che girava incessantemente. Di notte dormiva con la sposa su di un letto di legno ricoperto da una pelliccia di orso. Il decimo e venticinquesimo giorno del mese lunare e nei giorni in cui dava potenziamenti o insegnamenti, indossava uno scialle da yogin bianco bordato da strisce colorate e uno shamthab bianco immacolato. Indossava grandi orecchini rotondi fatti di conchiglia. La sua esistenza quotidiana era quella di padre di famiglia di una casa nomade. Era bravo a raccontare storie e gli avvenimenti della sua vita. Si raccontano molti aneddoti su di lui: era come un vecchio nomade senza la benché minima traccia di orgoglio.
Quando la gente lo incontrava, la felicità si manifestava ovunque: tutto ciò che diceva e faceva era appropriato e in armonia con gli Insegnamenti. La potenza della fede che i suoi discepoli avevano in lui era incredibile. Con fervore invocavano: “Nyagla Changchub Dorje, per favore dirigi la tua mente verso di no” al momento della morte, nei momenti di pericolo per avere protezione, per guidarli nella scelta del sentiero corretto, con la certezza che le loro sentite suppliche sarebbero state esaudite.
Choegyal
Drugu Choegyal
2019, Changchub Dzong




