Educazione etica e benessere nelle scuole italiane

ASIA, fin dal 1999, quando il Ministero degli Affari Esteri l’ha riconosciuta come un’organizzazione non governativa idonea a svolgere progetti di sviluppo e di educazione allo sviluppo, si è occupata di realizzare progetti all’estero e attività di informazione ed educazione in Italia.

Inizialmente l’idea era quella di informare i cittadini italiani e europei sulle attività che venivano svolte in Tibet e negli altri paesi sulle diverse culture e tradizioni con le quali venivamo in contatto durante la realizzazione dei nostri progetti. In quegli anni, le nostre attività avevano l’obiettivo di fare conoscere il ricco patrimonio culturale del Tibet e i gravi rischi che sta correndo dopo l’occupazione cinese del 1959.

Sono stati organizzati seminari, conferenze e mostre che hanno portato la società civile a conoscere la medicina tradizionale tibetana; il mondo dei pastori nomadi; le espressioni artistiche contemporanee; il delicato ecosistema dell’Himalaya e altri aspetti di questa immensa cultura.

Questa costante frequentazione in Tibet, Nepal e India con i detentori della spiritualità Tibetana e in particolare gli Insegnamenti di Chögyal Namkahi Norbu che, ci esortava spesso a fare conoscere i valori della cultura tibetana e a interagire in maniera sempre più aperta con le persone con le quali entravamo in contatto, ci hanno portato gradualmente a realizzare progetti indirizzati alle scuole italiane per diffondere valori della cultura e spiritualità buddista tra studenti e Insegnanti, consapevoli di quanto queste conoscenze avrebbero potuto essere di aiuto per contrastare i fenomeni di odio, intolleranza e discriminazione che si stavano diffondendo in maniera estremamente veloce.

Empatia, interdipendenza, non violenza potevano essere i pilastri di un lavoro di sensibilizzazione ed educazione dei più giovani che avrebbe potuto incidere e fare la differenza in quella che è una delle istituzioni più importanti della società, la scuola.

Convinti che solo un’aumentata consapevolezza del singolo individuo può generare un cambiamento e un’evoluzione della società, si è deciso di affiancare i più giovani nella loro crescita interiore, proponendo alle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, percorsi che andassero a integrare l’approccio scolastico classico totalmente incentrato sull’istruzione – piuttosto che sull’educazione.

Così è nato il nostro primo progetto di educazione etica e benessere nelle scuole “Distinti ma non Distanti – I valori custoditi dalla cultura buddista come mezzo per abbattere i confini interiori e rendere la diversità una grande ricchezza”, finanziato nel 2019, dal Ministero degli Affari Esteri Italiano, che ci ha aperto le porte della scuola e ci ha permesso di verificare il forte bisogno di alfabetizzazione emotiva, di consapevolezza del proprio mondo interiore e di ascolto presente nei bambini e negli adolescenti.

Il fatto che il governo italiano avesse sostenuto un progetto basato sui valori buddhisti per far fronte al forte disagio individuale e collettivo, è stato un grande incoraggiamento a portare all’esterno la visione e le attività legate all’Insegnamento di Chögyal Namkhai Norbu. In particolare con Distinti ma non Distanti per la prima volta è entrato nella scuola pubblica l’insegnamento del Kumar Kumari, a beneficio degli studenti delle primarie.

L’arrivo del COVID-19 ha fatto il resto. L’esperienza della pandemia è stata una sorta di detonatore per tante problematiche presenti ma spesso in modo latente, che sono esplose in modo forte con l’improvviso sconvolgimento dei ritmi di vita, l’incertezza e la paura che ci siamo tutti trovati a vivere. Per i bambini e i giovani il disagio è aumentato in modo esponenziale. Come ha rilevato il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi (Cnop), è proprio nei giovani che si è sviluppata un’onda lunga di problemi psicologici.

Secondo un’indagine periodica realizzata dall’Istituto di ricerca Piepoli proprio per il Cnop a gennaio 2021, a sentirsi stressate a un livello medio-alto erano quasi 8 persone su 10 e tra i più colpiti erano i giovani e i bambini, che hanno visto venire improvvisamente meno le proprie abitudini di vita, i legami socio affettivi all’interno della scuola, i contatti con i propri amici e che hanno spesso assorbito preoccupazioni e sofferenze dei genitori.

Tensione, irritabilità, disturbi del sonno, difficoltà di attenzione e concentrazione, comportamenti aggressivi si riscontrano sempre più frequentemente nell’infanzia. L’allarme è stato dato anche dall’OMS: oggi, nel mondo, il suicidio è considerato una delle tre principali cause di morte fra gli individui di età compresa tra i 15 e i 44 anni, e si stima che in futuro sarà la principale.

Dalla constatazione di tale disagio si è rafforzata l’intenzione di mettere a disposizione dei giovani e della scuola conoscenze, pratiche e valori che affondano le radici nelle tradizioni contemplative himalayane e in particolare negli insegnamenti di Chogyal Namkhai Norbu.

Così, nel 2020, nasce la partnership con Merigar, con cui in questi ultimi quattro anni abbiamo realizzato 5 progetti cofinanziati dall’UBI – Unione Buddhista Italiana, che con il bando culturale intende promuovere nelle istituzioni scolastiche una cultura che abbracci i temi coerenti con la visione buddhista come la consapevolezza, la compassione, la pace, il rispetto dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi, l’interdipendenza di tutti i fenomeni.

Con il primo di questi progetti Semi di consapevolezza: partire dalla conoscenza di sé per riscoprire i legami profondi che esistono tra gli esseri umani e coltivare relazioni empatiche, svolto a Roma, Napoli e nei Comuni amiatini – abbiamo dato seguito all’esperienza del Kumar Kumari nelle scuole primarie già iniziata con il progetto precedente, che, visto il gran successo e i feedback positivi di insegnanti e genitori, abbiamo portato avanti in tutti i progetti successivi. I piccoli studenti hanno potuto sviluppare una maggiore consapevolezza del respiro e del corpo, e del legame tra questo e la mente. In particolare, l’atmosfera di accoglienza e di ascolto creata dalle insegnanti e l’invito a condividere brevi riflessioni sul proprio sentire, ha aiutato i bambini a coltivare calma, attenzione e un atteggiamento collaborativo, molto prezioso in quest’epoca in cui si viene incoraggiati alla competizione fin dalla tenera età.

Nell’ambito dello stesso progetto, i laboratori di fiabe dal mondo e disegno e i percorsi di consapevolezza ed empatia, hanno permesso ai bambini di entrare in contatto in modo creativo con il proprio mondo emotivo e li hanno stimolati a mettersi nei panni degli altri. L’attività conclusiva – la mostra fotografica “Portraits of India and Tibet” di Enrico Dell’Angelo – ha fatto conoscere alla società civile un mondo un mondo lontano che purtroppo sta scomparendo.

A questo sono seguiti altri quattro progetti, tutti realizzati sul territorio di Roma e provincia e dei Comuni amiatini, ognuno con una sua specificità.

Con Con Respirare la Terra. Bambini resilienti abitano in modo consapevole se stessi e l’ambiente , abbiamo accompagnato i bambini in percorsi volti a diventare consapevoli e a prendersi cura contemporaneamente del proprio mondo interiore e delle piante e dei frutti della Terra. L’obbiettivo generale del progetto infatti è stato quello di diffondere nelle istituzioni scolastiche di primo grado i valori della consapevolezza, del rispetto dell’ambiente e dell’interdipendenza di tutti gli esseri viventi propri della visione buddhista, accrescendo la resilienza e la coscienza ambientale di studenti e insegnanti. In modo più specifico, si è voluto favorire lo sviluppo socio-emotivo dei bambini delle scuole primarie attraverso un’aumentata consapevolezza del proprio spazio interiore (con le attività “Yantra Yoga – Kumar Kumari” e con “Percorsi di Mindfulness“) e dell’ambiente esterno (con le attività di educazione ambientale “Orti scolastici” e il laboratorio “La Terra vista dallo Spazio”).

Il progetto Educare per difendere i diritti degli animali e proteggere l’ambiente per un futuro sostenibile del pianeta Terra, al quale ha partecipato anche LAV (Lega Anti Vivisezione) si è focalizzato sul rispetto di tutti gli esseri viventi e dell’ambiente.

In particolare gli studenti delle scuole primarie e secondarie, gli insegnanti e la società civile sono stati sensibilizzati sui diritti degli animali, le forme di tutela e di cura – sia a livello individuale che sociale – e sui rischi legati al cambiamento climatico e ai legami con il consumo intensivo di carne.

Per promuovere empatia e rispetto per tutti gli esseri viventi è stata organizzata una visita al Centro di recupero degli animali salvati dalla LAV di Semproniano. Questo incontro è stato effettuato tramite chiamata Google Meet, con la presenza online dell’educatore ASIA, e guidata dall’educatore LAV presente a Semproniano che, insieme ai keeper degli animali, ha raccontato a studenti e docenti collegati dalle classi le storie e le caratteristiche di alcuni degli animali presenti nel Centro.

Da questa esperienza è nato il libro illustrato “ANIMALI E AMBIENTE – Il rispetto degli animali attraverso gli occhi dei bambini”, realizzato con i disegni dei bambini e inclusivo dei kit didattici ASIA e LAV utilizzati in classe.

Alla società civile è stato infine offerto un approfondimento su questi temi in ottica interdisciplinare attraverso il ciclo di webinar “Paesaggi Animali”.

FACCIAMO PACE? Prendersi cura dei nemici interiori per pacificarsi con il mondo esterno, ideato e avviato nel periodo in cui con il conflitto russo-ucraino la guerra è rientrata nella nostra quotidianità, ha voluto contribuire a una società non violenta e pacifica facendo rivivere in modo esperienziale una serie di valori umani quali empatia, gentilezza, compassione, altruismo. Alle attività dirette agli studenti delle scuole primarie (Kumar Kumari e i laboratori Emozioni a colori) si sono aggiunte quelle rivolte agli insegnanti con percorsi teorico-esperienziali strutturati in 3 moduli: yantra yoga, gestione delle emozioni e comunicazione empatica. L’obiettivo di questi percorsi è stato quello di creare uno spazio e un tempo in cui i docenti potessero fermarsi e prendersi cura sé e del proprio mondo interiore, e al tempo stesso acquisire conoscenze e strumenti per poter gestire le emozioni e la comunicazione in modo salutare ed empatico. Questo ci è sembrato il punto di partenza fondamentale per poter aiutare i docenti a essere efficaci e svolgere il proprio ruolo educativo con successo. La scuola è sempre più burocratizzata e, l’unico tipo di formazione che si riceve è quella tecnologica o procedurale. L’aspetto umano è completamente trascurato e gli insegnanti si trovano in difficoltà a relazionarsi con il disagio psicologico ed emotivo degli studenti e con il proprio carico di stress e di tensione.

Tutti i gruppi con cui abbiamo lavorato hanno infatti manifestato un grande apprezzamento per il lavoro svolto e il bisogno di approfondirlo e quando è stato possibile abbiamo allungato il percorso con incontri aggiuntivi.

Un’altra novità inserita in questo progetto è stata quella delle visite guidate al Museo MACO di Arcidosso per gli studenti delle primarie di 8 – 11 anni e i loro adulti di riferimento, con focus sul tema della compassione e su come questa possa essere la base di un approccio non-violento, pacifico alla vita.

A conclusione del progetto la conferenza “Il Disarmo Interiore. Vie contemplative in dialogo sulla Pace” ha voluto offrire alla società civile un’occasione per riflettere sulla Pace, intesa come un processo vivo e dinamico che nasce dalla conoscenza di sé e dalla pacificazione interiore, un cammino da coltivare con cura e costanza piuttosto che un traguardo da raggiungere. Illustri rappresentanti di diverse religioni e vie contemplative hanno avuto la possibilità di dialogare e confrontarsi sui diversi approcci al disarmo interiore: Diana Petech, insegnante del Buddhismo Zen della Scuola di Thich Nhath Hanh; Luigino Bruni, economista ed esponente del Movimento dei Focolari; Ghesce Jampa Gelek, maestro tibetano residente dell’Istituto Buddhista Lama Tzong Khapa; Imam Mikail AbdAllah Mocci, membro del Consiglio delle Guide Religiose della CO.RE.IS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana; Khenpo Gelek Jinpa, dal centro spirituale Bön Shenten Dargye Ling in Francia; Adalberto Mainardi, monaco di Cellole e rappresentante della tradizione esicasta nell’ortodossia slava; Svamini Shuddhananda Giri, monaca hindu dal Matha Gitananda Ashram di Altare (Savona); Miriam Camerini, registra teatrale e studiosa di Ebraismo, e Giorgio Bonaccorso, monaco benedettino.

L’ultimo progetto realizzato in partnership con Merigar e il finanziamento dell’UBI è SIAMO UNO: dall’illusione di un Io separato alla consapevolezza di un Io interconnesso, concluso a fine agosto. Abbiamo voluto lavorare con i giovani sul senso di identità, stimolando modi diversi e inclusivi di percepire gli altri e attenuare il senso di separazione e isolamento. Oltre alle attività di Kumar Kumari, di Mindfulness, ai Laboratori di gentilezza ed empatia e quelli sul riciclo e la sostenibilità ambientale, con questo progetto per la prima volta sono stati attivati i corsi di Danze Khaita nelle scuole italiane ed è stato un vero successo. I bambini e le bambine hanno subito compreso il messaggio che portano le danze: nessuno è primo e nessuno è ultimo, come ha notato un bambino di sette anni “nel cerchio sono tutti uguali”. La modalità in cui si svolgono le danze e il fatto che vengono eseguite su canzoni popolari tibetane si sono rivelate molto efficaci per accrescere lo spirito di collaborazione, per permettere ai bambini di rilassarsi e scaricare le tensioni e di entrare in contatto con una cultura diversa.

Vista l’esperienza fatta con il progetto precedente e il bisogno riscontrato, abbiamo di nuovo realizzato percorsi per i docenti, di Yantra Yoga e di Mindfulness.

Il culmine di tutte le attività è stato il concerto “Siamo Uno”, con Rashmi Batt e Fakhraddin Gafarov, aperto sia alle classi e alle famiglie che hanno partecipato al progetto sia alla società civile, che ha voluto essere una celebrazione dell’interconnessione attraverso l’incontro di tradizioni musicali diverse e poco conosciute.

Oltre a questi progetti ASIA dal 2022 è partner, insieme a Città Metropolitana Roma Capitale, del “Programma GREEN SCHOOL Italia: rete di scuole e territori per lo sviluppo sostenibile“, finanziato dall’AICS, che supporta le scuole aderenti che si impegnano ad adottare buone pratiche per ridurre la propria impronta carbonica e stimolare tra studenti, famiglie e comunità l’adozione di comportamenti attivi e virtuosi verso la sostenibilità. Ad oggi sono 35 le scuole in cui siamo presenti e, a partire da questo autunno, la Città metropolitana di Roma ci ha interamente affidato la gestione del progetto.

In questi anni di lavoro dentro la scuola abbiamo imparato a conoscerne le complesse dinamiche, incontrando numerose difficoltà che di volta in volta abbiamo affrontato adattando le nostre proposte ai bisogni emergenti. Abbiamo compreso quanto sia importante lavorare sempre di più sulla prevenzione e sulla salute di bambini e adolescenti e per questo stiamo elaborando, insieme ad altri enti e associazioni, un programma per promuovere nelle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado lo sviluppo di ambienti educativi sicuri, non violenti, inclusivi ed efficaci per tutti. L’intenzione è di partire dalla formazione dei docenti per poi coinvolgere le classi in un percorso di sviluppo di competenze chiave: le competenze personali (consapevolezza ed emozioni) quelle sociali (relazioni e comunità) e la capacità di imparare a imparare (pensiero critico e riflessivo). Il programma avrà una durata di cinque anni, in modo da avere un impatto misurabile sullo sviluppo socio emotivo degli studenti e sul benessere del sistema scuola. L’obiettivo è quello di realizzare un metodo – come il Green School – da diffondere a livello nazionale e che valga alle scuole che lo applicano la certificazione di Re-School, la Scuola Resiliente.

Ci auguriamo che le circostanze ci permettano di trovare i fondi e di continuare a sviluppare queste attività.

Ad oggi abbiamo raggiunto più di 7.400 studenti nella scuola pubblica italiana. Sono piccoli semi che se innaffiati possono generare un cambiamento nel proprio territorio e creare un’onda contagiosa di consapevolezza, empatia e gentilezza nella società.