Cindy Faulkner

In principio iniziai a studiare la Danza del Vajra a Merigar durante la mia prima visita lì nel 1996.Fu anche il mio primo contatto con la Comunità Dzogchen e in quel periodo vivevo a Karma Ling in Francia da quattro anni, dal 1992.

Prima di allora ero una ballerina a Londra, lavoravo con l’improvvisazione, ed ero arrivata a un punto in cui ricercavo un movimento spontaneoe puro, qualcosa che non fosse condizionato dalle abitudini. Stavo diventando sempre più stanca dell’intera scena della danza e vedevo le persone ripetere le loro abitudini ed agire per ego. La mia vera ispirazione nella mia improvvisazione era quella di stare immobile, il che non avrebbe funzionato molto nel mondo della danza, quindi mi convinsi di aver avuto una specie di “blocco del ballerino”.

A questo punto, un mio buon amico e ballerino mi diede un volantino su un corso intitolato “Danza e meditazione” e pensai che forse la meditazione avrebbe aiutato a sbloccarmi. Dissi subito che sarei andata e partimmo insieme per Karmaling in Francia dove si sarebbe svolto il corso. Fu un corso di dieci giorni in cui imparammo shiné e lhatong molto semplici: seduti, camminando e muovendoci nello spazio. Ebbe un effetto molto forte su di me. I primi giorni restai sdraiata a terra piangendo perché non ne volevo sapere di muovermi fino a quando non fosse stato vero, fino a quando non sarebbe avvenuto spontaneamente. E così avvenne: non so davvero come spiegarlo, ma fu come se il mio corpo energetico si fosse risvegliato.

Durante il corso, uno dei residenti mi disse che avrei avuto la possibilità di vivere a Karmaling poiché avevano una piccola comunità residenziale di circa una dozzina di persone che gestiva l’intero posto. Dato che in quel momento non mi era rimasto davvero niente a Londra, pensai che avrei dovuto andare al Karmaling e approfondire questo percorso. Non avevo mai avuto intenzione di diventare buddista, o qualcosa del genere, anche se poi il buddismo è una religione non-religione.Tuttavia, l’esperienza della meditazione e del movimento aperto, lo “spazio aperto” lo chiamavamo noi, mi fece sentire che dovevo andare ancora più in profondità.

Così chiesi a Lama Denys se avessi potuto andare a vivere con loro e, anche se all’inizio mi guardò con quello sguardo da “non ti conosco”, poi mi rispose di sì. Così tornai a casa, finii un po’ di lavoro, feci qualche valigia e mi presentai al Karmaling in una ventosa notte d’autunno nell’ottobre del 1992.

Mentre puilsce gli chalet a Karmaling, 1993/94

Per quanto riguarda il movimento, a quel punto mollai tutto e feci molta meditazione seduta. Nel frattempo lavoravo al centro, pulivo, facevo i lavori domestici, rifacevo i letti per le persone che vi soggiornavano e mantenevo un profilo piuttosto basso.

Iniziai a sperimentare e sviluppare un modo molto semplice di muovermi connesso al respiro e alla consapevolezza. Mi resi conto che c’erano persone che venivano al centro ma non erano in grado di stare seduti perché abituati a muoversi sempre molto velocemente e non potevano sperimentare alcuna stabilità nella loro meditazione. A questo punto pensai al movimento collegato al respiro, che era molto facile e alla portata di tutti, e Lama Denys mi incoraggiò a continuare. Scrissi così un piccolo libro e praticavamo questi esercizi con le persone che venivano a fare meditazione lì. Gradualmente mi ritrovai di nuovo a vivere nel movimento e ad insegnarlo.

Lama Denys è sempre interessato a cose diverse ed è molto rivolto verso l’esterno oltre che verso l’interno. Intorno al 1994/5 venne a conoscenza dell’ashram di Osho Rajneesh a Pune, in India e della loro Meditazione Dinamica e sentì che il sangha di Karmaling aveva bisogno di muoversi e di ricevere una piccola scossa perché si stavano troppo seduti. Voleva saperne di più e mi chiese se mi sarebbe piaciuto andare lì ed informarmi. Stavo già andando a Java dove c’era questo maestro di meditazione del movimento chiamato Suprapto Suryodarmo, che aveva ispirato il corso originale al Karmaling che avevo frequentato, e il cui insegnamento e meditazione riguardavano il movimento libero senza passi da imparare. Così arrivai a Java e dopo aver lavorato per un po’ con questo insegnante tornai a Bombay (ora Mumbai) . Successivamente quindi, con Mingyur, uno degli insegnanti di Karmaling, andammo all’ashram di Osho e studiammo le Meditazioni Dinamiche. Quando tornammo iniziammo subito a fare queste meditazioni con le persone, anche se devo dire che c’era una certa resistenza.

Poi arriviamo a Merigar. Lama Denys era in viaggio per insegnare e visitò la Russia dove incontrò alcuni studenti di Chögyal Namkhai Norbu che gli mostrarono la Danza del Vajra. In realtà aveva fatto dei sogni sulla danza e quando vide la Danza del Vajra capì che si trattava della stessa danza che aveva sognato. Così andò a Merigar per incontrare Chögyal Namkhai Norbu e spiegò che la Danza del Vajra corrispondeva a qualcosa che aveva sognato e chiese se poteva avere il permesso di insegnare la Danza al suo sangha. Rinpoche rispose che poteva e gli diede il testo per la Danza del Vajra, indicando che poteva trasmettere il lung al suo sangha.

Quando Lama Denys tornò mi chiamò per vederlo. Mi disse che aveva visto questa danza e voleva introdurla come pratica al Karmaling. Voleva che io e sua moglie, Maryse, andassimo ad impararla e aveva prenotato per entrambi un posto in un corso di Danza del Vajra. Mi disse che aveva anche prenotato un alloggio per noi e mi suggerì di andare a ricevere insegnamenti da Chogyal Namkai Norbu. Voleva che andassimo a imparare la Danza del Vajra con l’obiettivo di riportarla un giorno a Karmaling. Poi, ricordo bene quello che ho detto perché a volte dici cose così stupide di fronte ad un Lama, dissi: “Oh, sembra una cosa divertente!”. E partimmo per Merigar!

Maryse e io arrivammo a Karmaling attraverso il tunnel del Monte Bianco – impiegammo molto più tempo di quanto avessimo pensato – e stavamo risalendo la strada principale da Grosseto al Monte Amiata quando un enorme uovo rosa si alzò all’orizzonte domandandoci cosa fosse. In realtà era la luna piena che sorgeva presto in un sera di agosto, sfumata di quel rosa e distorta a forma di uovo. Non avevo mai visto niente del genere! Quando arrivammo all’alloggio nel villaggio di Bagnore, vicino a Merigar, era mezzanotte circa e, non riuscendo a trovare le chiavi, andammo a Merigar lanciando alcuni sassi alla finestra del geköes per svegliarlo. Alla fine scese, piuttosto disturbato, ci diede la chiave di riserva e potemmo tornare al nostro alloggio.

A quel tempo a Merigar c’erano due corsi di Danza del Vajra: un corso avanzato con Prima Mai e un corso per principianti con Adriana Dal Borgo. All’inizio del corso, tutti erano entrati nel Gönpa e fatto un grande cerchio per cantare il Canto del Vajra. Era tutto nuovo per me e mi sentivo come se fossi in paradiso. Mi sentivo molto piccola e privilegiata per essere lì. Karmaling aveva più una forma rettangolare, mentre questo era più circolare e rendeva tutto così diverso. Fu allora che incontrai per la prima volta Rowan Wylie che stava frequentando il corso avanzato e Peter White che stava frequentando il corso per principianti.

Penso che Lama Denys probabilmente pensasse che saremmo tornati per diventare insegnanti di Danza del Vajra, ma in realtà non fu così. Riuscimmo ad imparare solo la prima metà della danza e non eravamo affatto pronti per insegnare. Quando tornammo in Francia, dipingemmo un mandala sul pavimento del vecchio tempio di Karmaling e ci riunimmo con il sangha Dzogchen della Svizzera, che avevamo incontrato durante il corso, e provammo a praticare la danza insieme e con il passare del tempo invitammo gli insegnanti a tenere corsi di Danza del Vajra lì. Era il 1996.

Subito dopo lasciai Karmaling. Era una scelta che avevo già maturato, ma al ritorno da Merigar, l’intera fase di transizione si concluse. Penso che fosse perché mi ero letteralmente spostata su un altro mandala. Rimasi ancora nei paraggi per circa un anno facendo avanti e indietro chiedendomi cosa fare. Fu un periodo piuttosto lungo di transizione e conclusi con l’idea di tornare in Inghilterra. Mia madre si offrì di pagarmi un altro corso di formazione perché non avevo più soldi e decisi di andare dove ci fosse stato un Mandala della Danza del Vajra in Inghilterra. Ce n’era uno a Londra e uno nel Devon, ma non volevo andare a Londra perché era da lì che avevo iniziato, quindi decisi per il Devon. All’epoca Rowan, Cheh, Tim e Lol vivevano lì e anche Peter ci capitava regolarmente. Anche qui praticammo la danza invitando anche gli insegnanti.

Fu anche in questo periodo, nel 1997, che finalmente incontrai e ricevetti insegnamenti da Chögyal Namkhai Norbu proprio quando venne nel Regno Unito a tenere un ritiro in Galles. Era già da circa un anno che avevo inziato la danza ed era diventata ora il mio percorso di vita.

Stare vicino al Mandala era meraviglioso, ma il Devon non mi andava a genio perché era troppo umido, quindi mi trasferii a Cambridge e andavo a Londra ogni fine settimana in treno e in bicicletta al Mandala a Camden, trascorrevo tutto il tempo a praticare la danza e poi tornavo a casa.

Mi sono sempre sentita debitrice nei confronti di Lama Denys per avermi aperto a tutte queste opportunità e ricordo che all’inizio disse che voleva che imparassi la Danza del Vajra e la insegnassi al Sangha, quindi lo tenni sempre a mente e sentivo l’impegno di portare a termine il mio compito, anche se in un certo senso è stato facile perché era esattamente quello che volevo fare. Non appena inizia a ballare la Danza del Vajra mi accorsi che era così. Questo è tutto ciò che amo, quindi non è stato un lavoro oneroso continuare a farlo.

Fu nel 2007 che finalmente tornai ad insegnare la Danza del Vajra al Karmaling. Mi ero già qualificata come istruttrice di Danza del Vajra di primo livello, e mentre ero a Tashigar Norte sull’Isla di Margarita, presi in mano The Mirror e lessi che Karmaling era entrato in una Samaya Fellowship, un legame del cuore con una comune fonte di ispirazione, con la Comunità Dzogchen. Dato che ora ero un istruttrice, pensai di farlo sapere a Lama Denys. Lo feci e mi offrii di venire ad insegnare la Danza del Vajra e lui rispose che ne sarebbe stato felicissimo e quindi, nel corso degli anni, ho insegnato lì ed è stato molto bello poter continuare quella connessione e vederla crescere. Naturalmente il tutto è avvenuto senza sforzo.

Durante la pandemia ci furono molte restrizioni alla vita normale nel Regno Unito e Lekdanling a Londra ha continuato online e non c’erano più corsi dal vivo. Ho continuato a tenere corsi alla Kunselling ma era tutto un po’ irregolare. Poi, non so in che modo, uno dei miei clienti shiatsu ha scoperto che insegnavo la Danza del Vajra e altri clienti mi hanno chiesto se potevano imparare la Danza del Vajra. Dato che c’erano tre persone interessate ho pensato che forse avrei dovuto mettermi in gioco e non essere così timida. E così ho prenotato la hall del centro e ho utilizzato il nostro sito Web sulla salute per pubblicizzare e annunciare il corso. Eravamo una mezza dozzina, avevamo appena finito il primo corso e stavamo per iniziare il secondo. Erano persone pronte ad uscire dal proprio interesse e avevano una bella connessione con la Danza. Si impegnavano molto anche se alcuni di loro avevano qualche difficoltà nell’imparare i movimenti.

Ho iniziato presentando loro i suoni e alcuni dei movimenti tipici della Danza collegati con essi, unsando un metoo molto esperienziale. Naturalmente, se capitano delle domande, racconto un po’ della storia della danza, e le domande non mancano mai. Penso che li stia aiutando a rilassarsi e provare gioia nel vedere i propri blocchi e come possono fare in modo di rilasciarli. In un certo senso è questo l’Insegnamento in poche parole, non è vero? Da quel luogo di apertura e chiarezza viene la gioia.

Quando insegni ai praticanti non devi preoccuparti di nascondere nulla di te stesso. Hai un linguaggio condiviso, pratiche condivise e puoi rilassarti tra le braccia del sangha ed essere te stesso. Con le persone a cui insegno a livello locale devo assicurarmi di non usare un linguaggio alienante e devo trovare nuovi modi per esprimere quegli stessi principi in modo che non fraintendano e pensino che li stia trasformando in buddisti. C’è meno enfasi sulle parole e più sull’esperienza.

E il potere della Danza è questo privilegio che è un tale nell’insegnarla. Non si sa come, ma la Danza fa si che in qualche modo vada sempre tutto bene. Quando la insegno quindi, mi porto dietro questa grande armonia e benedizione che sempre l’accompagna.

Cindy Faulkner è una studentessa di Chögyal Namkhai Norbu dal 1998 e un’insegnante autorizzata di danza del Vajra dal 2005. Attualmente vive a Cambridge, nel Regno Unito, dove lavora anche come praticante Shiatsu. Traduzione italiano di Stefano Roganti

Immagine in evidenza: Cindy sul Mandala della Danza del Vajra a Kunselling, UK