- Il Museo d’Arte e Cultura Orientale (MACO) è il frutto di oltre 35 anni di collaborazione tra il Comune di Arcidosso, in provincia di Grosseto, e la Comunità Merigar Dzogchen, associazione culturale senza scopo di lucro, fondata dal Prof. Namkhai Norbu, docente di lingua e letteratura tibetana e mongola all’Università Orientale di Napoli dal 1962 al 1992. Il progetto nasce dalla volontà di entrambe le istituzioni di trovare una sede per la ricca collezione di oltre 5000 reperti di arte asiatica, artigianato e manufatti etnografici della Collezione Namkhai.
La collezione comprende opere d’arte di inestimabile valore e di profondo significato culturale, oggetti di artigianato e di costume, oggetti votivi di notevole importanza storica, nonché una significativa raccolta di manoscritti e pubblicazioni direttamente collegate alla ricerca di Namkhai Norbu, insieme a un archivio multimediale che documenta numerosi aspetti della cultura tibetana e dell’Asia Centrale.
Il progetto architettonico e concettuale del MACO si ispira alla forma del mandala. Ciò si riflette anche nel logo del Museo, disegnato dal Prof. Namkhai. Il logo dispone le cinque scienze principali degli studi buddisti tradizionali: le arti, la medicina, lingua e letteratura e la logica intorno alla scienza interiore della pratica spirituale, rappresentata dalla lettera tibetana “A, per esprimere la natura interdipendente di queste cinque scienze.

Rinpoche con i sindaci di Arcidosso e Adeje all’inaugurazione del Museo.
Il Museo ha sede nell’ex edificio della cancelleria situato nel complesso del castello di Arcidosso, messo a disposizione dal Comune di Arcidosso e inaugurato ufficialmente il 10 dicembre 2016.
L’atrio centrale della galleria principale del MACO è stato ispirato dalla tradizionale architettura monastica buddista. Attualmente ospita un immersivo documentario video a 180 gradi girato nel Sichuan occidentale nel 2016, da due registi italiani, che presenta paesaggi pastorali, paesaggi montani e interni ed esterni di monasteri buddisti tibetani. Questo progetto porta avanti la nostra missione di presentare la cultura asiatica come parte vitale del nostro patrimonio culturale condiviso e come realtà contemporanea vivente.
Le mostre
Fin dalla sua inaugurazione, il MACO ha proposto diverse mostre che presentano molti aspetti del buddismo, della storia e della cultura tibetana non solo al pubblico in loco e online, ma anche agli studenti delle scuole elementari e superiori locali.

Una foto d’epoca di una delle spedizioni in Tibet di Giuseppe Tucci.
Una delle prime è stata Lhasa e Oltre, una mostra fotografica che documenta la spedizione del 1948 nel Tibet centrale, guidata dal grande orientalista ed esploratore italiano Giuseppe Tucci e descritta nel libro di Tucci A Lhasa e Oltre: Diario della spedizione in Tibet del 1948, pubblicato quasi 70 anni fa. La mostra esponeva fotografie storiche della spedizione del 1948 del fotografo napoletano P. F. Mele e nuove immagini degli stessi siti rivisitati nel 2016, per creare un ponte temporale tra passato e presente, tra un mondo scomparso e una realtà destinata a svanire. La mostra comprendeva una narrazione multimediale che raccontava i momenti chiave della spedizione di Tucci proiettata su una mappa in rilievo 3D del Tibet.
Nel 2018 il MACO ha inaugurato una mostra intitolata Sky Writing: The Calligraphic Art of Chögyal Namkhai Norbu, una raffinata serie di opere calligrafiche realizzate con pennelli e inchiostro dorato su carta color blu lapislazzuli. Contestualmente sono stati esposti alcuni documenti storici e manoscritti di grande valore storico.
La mostra Meditation in Motion 2019-20 ha esplorato il mondo della danza tibetana, attraverso costumi, fotografie e installazioni video. La mostra ha presentato la danza del Vajra rivelata da Namkhai Norbu e il contesto buddista delle danze sacre tibetane. Tra le molte straordinarie realizzazioni del Chögyal Namkhai Norbu, vi è stata la rivelazione di diverse serie di danze sacre per praticanti laici sia uomini che donne.

Ingresso della mostra Meditazione in movimento, passi verso il sublime. Il curatore ospite Joseph Houseal, nella foto. Foto di Alex Siedlecki.
A causa delle diffusi disagi causate dalla pandemia da coronavirus, poche persone poterono recarsi alla mostra presso il MACO, così il museo decise di raggiungere e condividere online alcuni contenuti video rilevanti per i temi della mostra, tra cui rare testimonianze di Sakya Trizin, documentazione d’archivio delle danze di Pema Lingpa del Regno del Bhutan e video delle sacre danze del Vajra della comunità Dzogchen.
Inaugurato nel 2023, il “Pellegrinaggio Lungo la Via della Seta” esplora il rapporto culturali e commerciali tra Oriente e Occidente che hanno contribuito a plasmare il nostro mondo. Il movimento di idee, popoli e tecnologie è raccontato attraverso i tesori della Collezione Namkhai, esposti per la prima volta al pubblico. Attraversando i millenni, collegando mondi e prospettive di tutta l’Asia, la mostra esplora il principio buddista dell’interdipendenza.

Cham, la danza sacra del Tibet, parte della mostra Pellegrinaggio Lungo la Via della Seta, dedicata al patrimonio culturale immateriale del Tibet.
I visitatori sono guidati attraverso la mostra con pannelli descrittivi, alcuni dei quali si riferiscono a libri e tesori trovati nella biblioteca della grotta di Dunhuang, per dimostrare come il buddismo si sia evoluto attraverso la Via della Seta, plasmando e influenzando le civiltà dell’Asia.
La mostra “Pellegrinaggio Lungo la Via della Seta” presenta anche una nuova produzione video a 360 gradi proiettata nel teatro virtuale del museo, consistente in video provenienti dalle grotte di Xiantangshan, raffiguranti statue buddiste della dinastia Qi (550-577), che sono state mostrate per la prima volta allo SMART Museum di Chicago e alla Sackler Gallery dello Smithsonian, gentilmente forniti dalla Taiyuan University of Technology di Taiyuan, Shanxi, Cina.

L’edificio medievale che ospita il MACO.
Nell’estate del 2024, la mostra fotografica I Dipinti Segreti del Tempio Lukhang è stata presentata al MACO. Nel 1981 il professor Namkhai Norbu, di ritorno a Lhasa dopo oltre 20 anni, realizzò le prime fotografie di quelle che allora erano considerate le immagini più segrete del Tibet, le pitture murali del XVIII secolo del Lukhang, un piccolo tempio situato dietro il Palazzo del Potala che contiene quella che è diventata nota come la Cappella Sistina del buddismo tibetano. Le immagini del Lukhang rappresentano aspetti significativi della cultura tibetana del 1700 e un’autentica guida visiva all’illuminazione.

Foto di Oleksandr Zhytko.
Costruire ponti e creare connessioni: Il MACO e il British Museum

Chögyal Namkhai Norbu mentre attraversa il ponte verso Khyung Lung dNgul mKhar. © 2021 Collezione Namkhai / MACO.
La collaborazione del MACO con il British Museum e il suo team ResearchSpace ha consentito al museo di condividere la collezione Namkhai con i membri della comunità Dzogchen di tutto il mondo.
ResearchSpace (RS) è un software per individuare e mappare le intricate interdipendenze del patrimonio culturale mondiale. Esso include il primo motore di ricerca costruito appositamente per trovare e gestire le risorse in un ambiente museale. Utilizza lo standard di dati aperti collegati, sviluppato dal Consiglio Internazionale dei Musei (ICOM – UNESCO), CIDOC-CRM. Piuttosto che catalogare semplicemente un artefatto, ResearchSpace permette di descrivere le relazioni tra artefatti, idee e risorse nel loro più ampio contesto culturale. In questo modo, RS migliora l’accesso agli artefatti digitali fornendo modi più pertinenti per rivelare le relazioni tra di essi.
Il contributo del MACO
Per gestire la sua collezione di oltre 5 milioni di manufatti, il British Museum utilizza RS insieme a un sistema commerciale di gestione delle collezioni (CMS). Poiché il loro sistema di gestione delle collezioni è al di là delle esigenze e dei mezzi finanziari di un piccolo museo come il MACO, quest’ultimo ha proposto e finanziato una personalizzazione di RS, sostituendo il loro CMS con un repository digitale istituzionale open-source chiamato FEDORA (Flexible Extensible Digital Object Repository Architecture). FEDORA è utilizzato dallo Smithsonian, dalla British Library e da molte università di tutto il mondo.
Nel corso della collaborazione con il MACO, il British Museum ha deciso di adottare la nostra personalizzazione come parte della prossima versione software di RS. Di conseguenza, il BM ha investito una quantità considerevole di risorse proprie nella realizzazione di questo aggiornamento. Grazie al contributo del MACO, RS è ora pronto a diventare una piattaforma open-source per collegare le collezioni delle istituzioni culturali, grandi e piccole, ovunque.
Inoltre ResearchSpace è stato concepito anche come ambiente collaborativo virtuale. I partner istituzionali e i curatori del MACO possono utilizzare RS per condividere le loro risorse e ricerche e costruire in modo collaborativo la mostra”.
ResearchSpace consente al MACO di arricchire le mostre fisiche con collegamenti pertinenti a risorse digitali, e permette anche di creare e condividere collegamenti a risorse presenti nelle collezioni di altri musei. I codici QR sono inseriti all’interno degli oggetti esposti, consentendo ai visitatori di interrogare RS per ottenere risorse multimediali e informazioni più dettagliate.
Lavorare con le scuole locali
Il MACO lavora in sinergia con le istituzioni locali, in particolare con le scuole di ogni ordine e grado, organizzando corsi e laboratori. Le visite guidate offrono agli insegnanti e ai loro studenti itinerari didattici che contribuiscono a far conoscere i vari aspetti dell’arte e della cultura asiatica. Nei suoi programmi educativi Il MACO adotta un approccio esperienziale e multiforme impiegando tecniche e metodi pedagogici moderni come le esplorazioni guidate, la narrazione e la drammatizzazione, la musica e la danza. Il MACO utilizza le nuove tecnologie come parte della sua strategia di comunicazione contemporanea.

Foto di Oleksandr Zhytko.
Il MACO crede fermamente che le nuove tecnologie siano un mezzo importante per l’educazione museale e il coinvolgimento dei giovani, e ha incluso percorsi multimediali che utilizzano la realtà virtuale di ultima generazione. I visitatori possono visitare virtualmente monasteri tibetani, grotte e siti archeologici.
Il teatro virtuale al centro del museo è stato progettato per immergere lo spettatore all’interno dei paesaggi ripresi appositamente con tre telecamere in Tibet e in Cina. All’interno del teatro virtuale sono proiettate anche danze tibetane contemporanee che i visitatori possono provare a eseguire.
La mappa multimediale all’interno del museo è stata creata durante un workshop con una fresa a controllo numerico per coinvolgere i giovani e la comunità locale nella realizzazione del museo. Sulla mappa dell’Asia Centrale vengono proiettati itinerari didattici come i vari viaggi intrapresi in Asia dall’esploratore italiano Giuseppe Tucci.
Progetti scolastici
La proposta didattica del MACO consiste in un piano di lavoro flessibile, che mette a disposizione degli insegnanti risorse e attività che possono essere scelte ed articolate secondo i tempi e i percorsi che essi ritengono più appropriati in base all’età degli studenti, il tipo di classi e i loro obiettivi specifici.
Recentemente con la Silk Roads Exhibition, in avventuroso viaggio virtuale, gli studenti hanno potuto acquisire informazioni fondamentali sull’argomento e ricevere stimoli adeguati per suscitare e soddisfare la loro naturale curiosità su particolari temi grazie ai codici QR. La visita ha incluso proposte di giochi e quiz destinati a incoraggiare la discussione e la collaborazione tra gli studenti e i loro insegnanti, consentendo a questi ultimi di identificare e orientare gli interessi dei loro studenti in vista di ulteriori ricerche e approfondimenti, fornendo loro risorse supplementari messe a disposizione dal MACO.

Bambini del luogo ascoltano una storia sul Tibet al Museo.
Sono stati inoltre organizzati interventi mirati di esperti nei diversi settori, specifici workshop teorico-pratici, condotti da esperti, per favorire l’apprendimento attraverso l’azione (ad esempio: maschere e danze rituali ), nonché un spettacolo ispirato al Viaggio verso Ovest di Wu Cheng’en.
Per gli studenti delle scuole superiori, si potranno sviluppare progetti scolastici che li coinvolgeranno direttamente nelle attività del museo e promuoveranno i contatti e la collaborazione con i loro coetanei in Asia.
Una delle missioni fondamentali del MACO è di dare ai giovani la possibilità di maturare la consapevolezza che le storie degli altri sono altretanto importanti e degne di essere raccontate, non solo perché contribuiscono a una migliore comprensione della nostra storia, ma anche perché ci inducono a riflettere sul rapporto intercorre tra le storie individuali e la storia umana in generale e
Featured image: Le pitture murali del tempio di Lukhang: Fotografie di Chogyal Namkhai Norbu.