di Sergio Quaranta

Recentemente mi è stato chiesto di incontrare separatamente, per un’ora ciascuna, 3 classi di terza media di una scuola internazionale di Roma, durante la quale lavorare sulla respirazione come mezzo per gestire lo stress e le emozioni. Questi incontri facevano parte di un più ampio programma volto a dare ai ragazzi e alle ragazze degli strumenti per comprendere le loro ansie, preoccupazioni, emozioni e timori, e gestirli senza farsene sopraffare. Avevo fatto qualcosa di simile nei due anni precedenti, in prossimità dell’esame che questi tredicenni sono chiamati ad affrontare per passare a frequentare le scuole medie superiori, per prepararsi quindi ad un passo che (molti di noi ricordano) genera una certa ansia…un esame è sempre un esame!

Quest’anno è stato un po’ diverso dagli anni passati, va da sé, data la situazione che la pandemia ha creato in generale, e molto sentita nelle scuole. Avevamo a disposizione una palestra molto ampia e ben areata, così, con il dovuto distanziamento, abbiamo potuto lavorare anche senza mascherine. Alcuni ragazzi hanno preferito non toglierla, non so se per abitudine ormai introitata, per paura, o senso della regola; la domanda rimane aperta.

Ci siamo seduti su una sedia, anziché a terra come le volte precedenti, per garantire un maggior rispetto delle distanze, e questa modalità si è rivelata molto utile, perché i ragazzi, dovendo rimanere al posto loro assegnato, si sono distratti a vicenda molto meno , e quindi hanno seguito meglio il lavoro.

Ho utilizzato le tecniche che conosco: alcune di quelle che si applicano in “Respira”, le nove respirazioni di purificazione e la respirazione ritmica dello Yantra Yoga, e alcuni semplici esercizi di attenzione al respiro.

Un’ora è un tempo molto breve, a maggior ragione per entrare in contatto con ragazzi che vedevo per la prima volta. Nel corso della lezione si osservano tuttavia diverse fasi di attenzione, e varie reazioni agli esercizi proposti; queste si possono utilizzare per richiamare semplici concetti collegati alla loro esperienza concreta, e si riesce persino a scambiare qualche domanda e risposta.

Le classi, pur se dello stesso gruppo di età, possono essere molto diverse, secondo gli individui che le compongono. Durante l’anno si forma un “gruppo” con relazioni interne particolari. Poi conta l’orario in cui avviene l’incontro: l’energia è molto diversa la mattina presto, piuttosto che a ridosso dell’ora di pranzo; conta cosa hanno fatto prima dell’incontro e quello che già pensano di fare dopo; il tipo di giornata in generale e l’umore che ne consegue ha anche un suo peso. Questi fattori possono modificare l’impostazione della lezione, per adattarsi alla situazione specifica.

In generale si nota che alcuni studenti sono molto attenti, le ragazze soprattutto, che sono anche le più ricettive e aperte alle novità. Alcuni sono volutamente e pervicacemente disattenti, hanno deciso di non farsi coinvolgere e tengono il punto fino alla fine, altri, piano piano, cominciano ad interessarsi e a seguire.

L’elemento che salta più di tutti agli occhi è che, tranne qualche caso, è molto carente in generale la consapevolezza dei ragazzi e delle ragazze rispetto alla propria postura; manca anche solo un richiamo verso l’importanza di stare “allineati” e “con la schiena dritta”. Anche quando si parla di respiro sono in genere sorpresi dal fatto che ci possa essere così tanto da parlare, e che vi siano tante implicazioni, di tipo fisico, mentale, ed emotivo, legate al modo di respirare. Quando vengono introdotte queste cose si capisce che ci riflettono un po’ sopra. Ed è questa forse la cosa più positiva di questi brevi incontri.

Non ho riscontri per dire se rimanga o meno almeno una piccola traccia, un seme; almeno per buona educazione sembrano comunque apprezzare questi brevi scambi. La speranza è che si sia almeno fatta strada in loro l’idea che ci può essere un’apertura verso una dimensione diversa.

È importante che una maggiore consapevolezza dei propri aspetti collegati al corpo fisico, alla respirazione e alla mente venga introdotta sin da piccoli, nella fase in cui si cresce e ci si sviluppa, e si possono porre le basi per un’armonia tra questi aspetti. Per questo è prezioso il lavoro dei nostri insegnanti di Yantra Yoga e di Kumar Kumari nelle scuole, che mi auguro sia in futuro sempre più esteso e proficuo.

Sergio è un insegnante autorizzato da Chögyal Namkhai Norbu per il Secondo Livello di Yantra Yoga ed ha conseguito il Diploma di istruttore di “Respira” avendo seguito il Teacher Training condotto da Fabio Andrico.