The Biography of Yongdzin Tenzin Namdak Rinpoche

Serindia Publications, 2021

“Ci sono Buddha intorno a te, milioni di Buddha intorno a te…”

(Dagli insegnamenti orali di Lopon Tenzin Namdak)

Recensione di Andy Lukianowicz Traduzione italiana di Enrica Rispoli

vita grande maestro bonpoQuesto libro meraviglioso e attuale racconta la vita, piena di grandi successi per il bene dei Bönpo, della religione Bön e dell’umanità tutta, del Maestro Yongdzin Tenzin Namdak Rinpoche [henceforth Yongdzin Rinpoche][d’ora in poi Yongdzin Rinpoche], da tutti riconosciuto come il più grande maestro Bönpo di questa generazione e forse anche di più.

Negli anni ’80 e ’90, è stato un caro amico e confidente del nostro amato maestro Chögyal Namkhai Norbu visitando diverse volte Merigar e altri luoghi della Comunità Dzogchen fino a diventare ben conosciuto e venerato nella Comunità Dzogchen. il volume è arricchito da due fotografie, una prima scattata nel 1978 in India [thank you whoever had the presence of mind to snap the picture!][grazie a chiunque abbia avuto la presenza di immortalarla!] che riprende la storica visita di Chögyal Rinpoche e i suoi studenti a Yongdzin Rinpoche nel suo insediamento Bön di Dolanji, e un’altra, a Parigi più o meno nel 2014, li ritrae in un incontro privato, immagini che testimoniano una lunga amicizia, calorosa e di reciproco rispetto.

Poichè Yongdzin Rinpoche è stato un insegnante ospite frequente a Merigar e altrove, rispettato e amato, conosciuto e ricordato con affetto da tanti membri della Comunità, mi concentrerò solo su alcuni degli aspetti più “mondani” di questa biografia; lasciando che i lettori scoprano da soli i tratti più spirituali di un tale maestro, che da sempre vive circondato da milioni di Buddha, che conosce portenti e messaggi di dakini, protettori e divinità locali.

E che biografia, che storia! Il libro in nove capitoli segue una traiettoria quasi sociologica delle fasi della sua vita. Il primo capitolo racconta della nascita (preannunciata dal sogno della madre e da altri segni meravigliosi), degli stenti dell’infanzia, come [his father was struck by leprosy and had to leave the family home][quando il padre, colpito dalla lebbra, egli dovette abbandonare la casa] e altre vicissitudini.

Caratteristica del libro è che YR essendo stato intervistato, molti eventi sono raccontati in prima persona con le sue stesse parole. Ad esempio, ricorda come nell’infanzia il suo linguaggio compromesso fosse stato guarito da un vecchio lama che gli sputò in bocca: “Non ne fui molto contento… ma per come stavano le cose in quel momento…”; e racconta il modo [even worse and more rapacious][ancor peggiore e più rapace] in cui “a quel tempo” la popolazione locale del suo nativo Kyungpo abbia sostenuto i cinesi contro l’amministrazione del governo centrale tibetano. «Quelli sono stati tempi pericolosi.»

Successivamente intraprese la strada degli studi del Bön, compresa l’arte della pittura, nella quale divenne così esperto che all’epoca era molto richiesto per dipingere murali. Fu preso sotto l’ala protettrice di Zopa Rinpoche, che sarebbe rimasto al suo fianco mentre dipingeva, raccontandogli storie di maestri del passato e intrattenendolo con racconti dei suoi viaggi; il testo commenta opportunamente quanto ciò «indicasse che questi sapeva già quale grande maestro egli sarebbe diventato in seguito».

All’età di diciassette anni [1942][1942] YR prese i voti monastici a Menri, ricevendo il nome di Tenzin Namdak, proteggendo i voti “come i suoi stessi occhi” e “diventando il gioiello splendente di tutti i monaci Bön”. Subito dopo intraprese un pellegrinaggio in Nepal, includendo il sacro Monte Kailash e Swayambhunath, luogo benedetto dallo stesso Tonpa Shenrab. Tornato poi al monastero, continuò gli studi; essendo un pittore esperto, accettò di dipingere murali in un nuovo tempio a condizione, come consigliatogli dal suo mentore Gyalchog, di poter ricevere insegnamenti, cosa che infatti poté fare, incluso lo Dzogchen e i rituali, dal grande maestro Gangru Ponlob; da questi ricevette i principali insegnamenti dello Dzogchen, nonché quelli sulla poetica, «che gli spalancarono la porta della scrittura». Quando dopo quattro anni YR disse a Gangru Ponlob che voleva tornare nella sua nativa Kyungpo, questi gli disse di andare a Menri, continuare gli studi e prendere il grado di gheshe. A Menri YR iniziò a studiare con Lopon, Kyabje Meuton Sangye Tenzin, sotto il quale continuò gli studi sullo Dzogchen, anche a Dolanji in India [about which more below][di cui parleremo più avanti] fino alla morte, nel 1978, di Sangye Tenzin all’età di 66 anni. Per inciso, il libro fornisce brevi biografie di Gangru Ponlob e anche di Sangye Tenzin, quest’ultimo è stato anche insegnante di Tenzin Wangyal Rinpoche, uno dei principali discepoli di YR nonché fondatore e insegnante principale dell’Istituto Ligmincha, con filiali in Europa e Stati Uniti. In quel momento Gongru Ponlob disse a YR che sarebbe dovuto diventare Lopon [head teacher][guida massima] al monastero di Yungdrung Ling, un onore che YR rifiutò, tornando invece a Menri, continuando gli studi e prendendo lì il grado di geshe. YR racconta anche la storia straziante di una sua visita a Trashilhunpo per accogliere il Panchen Lama; una processione che si svolse alla presenza di circa 5.000 soldati cinesi armati, evento che fu, come si può capire, fonte di profonda angoscia; presagio di cose a venire.

All’età di 27 anni, nel 1952, YR fu posto sul trono di Menri come Lopön. Nel 1955, a seguito della morte dell’abate Nyima Wangyal, YR racconta come la procedura per la selezione del successore, attraverso le istruzioni e le scelte effettuate dai protettori del monastero, portò all’abbazia Sherab Lodro, già assistente personale di Yongdzin Rinpoche; di conseguenza, secondo le parole dello stesso YR, (il monastero di ) Menri si trovò “ora nella posizione di avere un fondo monastico molto limitato e un abate completamente inesperto.” A causa di questa situazione Yongdzin Rinpoche stesso dovette partire per un giro di raccolta fondi, e quindi egli non era presente a Menri quando arrivarono le forze di occupazione cinesi e iniziarono la loro campagna di riforma dell’istruzione; molti lama di alto rango in fuga con l’abate furono colpiti e uccisi.

Nel 1960, venuto a conoscenza della fuga del 14° Dalai Lama e della disastrosa situazione a Menri, anche YR prese il volo con un gruppo di persone provenienti da tutte le parti del Tibet, ma all’inizio del viaggio il loro accampamento fu attaccato e distrutto dai soldati cinesi. Lo stesso Yongdzin Rinpoche fu colpito alla gamba sinistra e ferito gravemente, mentre gli amici con cui stava fuggendo vennero uccisi sul colpo; un amico lo salvò seppellendolo nella sabbia e coprendogli la testa con un sasso! Fu solo al calare della notte che due dei suoi amici riuscirono a tornare sul luogo della battaglia e a portare YR in salvo; se non fossero tornati per salvarlo “probabilmente egli avrebbe perso la vita”.

Dopo una sequenza rocambolesca di eventi, compreso l’incontro con il gruppo dell’abate di Menri in fuga, l’essere stato salvato da una famiglia di nomadi e poi da un pastore di yak, che si prese cura di lui per sedici giorni, YR riuscì a eludere l’esercito cinese raggiungendo finalmente il Mustang ed evitando una lunga prigionia…leggere per credere! Gran parte di questa avventura è raccontata con le parole dello stesso Yongdzin Rinpoche.

Fu durante i primi anni di esilio che YR incontrò l’emerito Prof. Snellgrove, l’insigne studioso e tibetologo, che lo portò per tre anni in Inghilterra; in collaborazione produssero l’importante opera Le nove vie del Bon, che ha aiutato gli studiosi occidentali a correggere false nozioni preconcette, ignoranti, infondate e, purtroppo, maliziosamente intese [alcune delle quali, ahimè, si incontrano ancora oggi!] e a formare invece “una nuova prospettiva” e nuove intuizioni sulla religione Bön. [Cosa che è stata ulteriormente valorizzata, mi affretto ad aggiungere, dalla monumentale opera di Chögyal Rinpoche ‘Drung, Deu & Bon’.] Alcuni commenti strazianti di Yongdzin Rinpoche riguardo lo stato del mondo di quel tempo, mostrano il suo vivo interesse e discernimento per le regole del mondo e degli affari di allora; a mio avviso, tuttavia la situazione mondiale di oggi è ben peggiore.

vita grande maestro bonpo

Yongdzin Rinpoche e Andy Lukianowicz.

Segue un periodo molto intenso, con (tra le altre attività) la fondazione di una comunità in India per Bönpo in esilio per l’insegnamento e la realizzazione dello Yungdrung Bön, l’insegnamento e il potenziamento delle sue tradizioni interne, esterne e segrete, e la ricostruzione del monastero di Menri a Dolanji, in India, la pubblicazione e diffusione di importanti testi Bön; molti incontri fruttuosi con lama buddhisti rifugiati in India e Nepal; continuando a ricevere istruzioni e trasmissioni di preziosi insegnamenti Bön Dzogchen; e un’incursione in Tibet dove potette riunirsi alla madre dopo 45 anni di separazione. Arriviamo all’aprile del 1978 e al già citato incontro con Chögyal Rinpoche che avrebbe portato alla fruttuosa ed importante amicizia di cui sopra si è accennato. A Dolanji nel 1983, anche se troppo brevemente, incontrai per la prima volta Yongdzin Rinpoche. Successivamente in Italia per circa vent’anni ho avuto la fortuna di servire come suo traduttore.

Dopo la fondazione del nuovo Monastero di Menri in India, YR fondò il Triten Norbutse Monastero Bön a Kathmandu, in Nepal; visitò due volte il Tibet; e quel periodo vide l’inizio della lunga attività di Yongdzin Rinpoche per promulgare gli insegnamenti spirituali Bön in Occidente, “cosa che lo avrebbe occupato sempre più” negli anni successivi; dopo Stati Uniti e Regno Unito nell’agosto 1989 si recò in Italia per insegnare a Merigar West. Inoltre a New York nel 1991 frequentò l’Iniziazione Kalachakra del Dalai Lama; in una precedente visita nel 1988 al Monastero Menri a Dolanji, il Dalai Lama aveva dichiarato che Yungdrung Bön è “il tesoro più profondo della religione e della cultura tibetana”.

Gli anni successivi videro il vasto lavoro di YR per il consolidamento delle attività al Triten Norbutse; egli trovò anche il tempo per ulteriori visite a Merigar West e ad altri centri del Dharma europei e americani; per una quarta visita in Tibet; e nel 1993 per la pubblicazione della sua opera fondamentale “Heartdrops of Dharamakaya”, testo di Sherab Tashi Gyatsen sulla pratica Dzogchen nella tradizione Bön, con un commento [abilmente annotato, per usare parole esplicative di YR, da Richard Dixey]; questo manuale, contenente insegnamenti segreti precedentemente molto riservati , divenne, secondo le parole di YR, “non limitato, ma per il beneficio di tutti gli esseri”, aprendo la porta del Bön a tutte le persone fortunate e interessate.

Il capitolo conclusivo inizia con, nel febbraio 2005, l’evento speciale organizzato dal Monastero di Norbutse e dalla Comunità Bön in Nepal per celebrare l’80° compleanno di Yongdzin Rinpoche, per poi riferire sulla fondazione nello stesso anno del Monastero di Shenten Dargye Ling nella Valle della Loira in Francia, che sarebbe diventato in Occidente il centro più importante per la preservazione dell’insegnamento di Yongdzin Rinpoche e della religione Bön in generale. Il libro si conclude poi con una bella fotografia e un resoconto della cerimonia Dutrisu tenutasi a Shenten nel 2018, condotta sotto la guida di Yondzin Rinpoche.

Il testo è arricchito ovunque da immagini meravigliose, foto di personaggi significativi, raffigurazioni di divinità e protettori, mappe e disegni a tratto; a suo modo, e parlando in modo “non canonico”, un testo davvero prezioso.

In conclusione, vanno menzionati i grandi maestri formati da YR per continuare la sua opera in occidente, primo fra tutti Khenchen Tenpa Yungdrung, Abate e Lopon del Triten Norbutse Monastery in Nepal, che insegna lunghi ritiri estivi di persona e on-line a Shenten Dargye Ling Francia, in Europa e negli USA, Khenpo Geshe Gelek Jinpa, Presidente del centro Shenten, insegnante molto amato anche in Italia; e Lotsawa Vajranatha John Reynolds, che per mezzo secolo ha tradotto testi di saggezza tibetana e negli ultimi anni ha rivolto l’attenzione a molti cruciali testi Bön dell’importante ciclo Zhangzhung NyanGyud, oltre ad aver curato una raccolta molto utile dei primi insegnamenti di YR in Occidente, insegnamenti Bönpo Dzogchen, tutti pubblicati da Vajra Books in Nepal.

Se posso concludere con una nota personale, come accennato sopra, sono stato suo traduttore italiano e ricordo che una volta venne una persona per un colloquio; si presentò, “Io sono Marco”, io risposi “Io sono Andy”, e venne anche YR dicendo semplicemente “E io sono Tenzin”. Rispose in modo piuttosto esauriente a tutte le domande di Marco, spiegando apertamente alcune questioni arcane, come se avesse conosciuto Marco da sempre. Anche quel momento, come tanti altri eventi “ordinari”, per me è stato un grande insegnamento. L’umiltà e la modestia di YR , nel libro sono menzionate tante volte, quali segni della sua dedizione per tutta la vita, la forza e l’attività per la conservazione, la diffusione e la trasmissione degli insegnamenti vivi, delle pratiche e delle energie liberatorie dello Yungdrung Bön.